La nuova vita da coach di Stefano Gross comincia dallo Stelvio

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Da quando ha smesso di essere un atleta di Coppa del Mondo, la vita di Stefano Gross è cambiata per molti motivi. Il primo, racconta lui stesso in un’intervista di mezza estate con Race Ski Magazine, è che «sono diventato papà. È un periodo molto pieno di cose da fare anche per questo. Da quando è nata mia figlia Camilla è come se fossi entrato in una vita nuova».

Non si può dire, inoltre, che Gross abbia appeso gli sci al chiodo. Pochi giorni fa, infatti, con la Guardia di Finanza – il cui Gruppo Sciatori ha di recente festeggiato i 100 anni – il fassano ha partecipato alla sua prima tre giorni da allenatore. Ci siamo fatti raccontare com’è stata l’esperienza sul ghiacciaio dello Stelvio, che segna un cambiamento importante: quasi 17 anni dopo il suo debutto in Coppa del Mondo, Gross è pronto per diventare coach.

Com’è andata la prima esperienza da allenatore, Stefano?

«È molto motivante, dopo la carriera da atleta, avere avuto questa opportunità. Ringrazio molto la Guardia di Finanza, il cui invito ha fatto tanto piacere. Sono carico e spero di riuscire a trasmettere ai giovani un po’ dell’esperienza che ho accumulato in Coppa del Mondo».

Cos’hai imparato o cosa ti ha sorpreso nella tua prima trasferta da allenatore?

«Siamo proprio all’inizio della nuova esperienza, ma è stata una bella botta. Dopo decenni passati a fare l’atleta, non sei abituato a vedere le cose in un’altra ottica. Per fortuna ho due fantastici compagni di viaggio, che mi stanno aiutando molto: Roberto Griot e Davide Da Villa. Loro sono qui da anni e come tecnici hanno molta più esperienza di me nel lavorare coi ragazzi. Penso che con loro potremo divertirci e fare cose buone».

Griot Da Villa Gross
Davide Da Villa, Roberto Griot e Stefano Gross sullo Stelvio

Quali consigli sei già riuscito a dare? E chi hai allenato sullo Stelvio?

«C’erano tre o quattro ragazzi e altrettante ragazze. In più c’erano Christof Innerhofer e Alessia Guerinoni, che sono ancora in squadra. Guerinoni sta rientrando da un infortunio e Inner ha voluto fare qualche giornata d’allenamento in più, per questo erano con noi. E poi c’erano Celina Haller, Sofia Parravicini, Ludovica Vittoria Druetto, Luca Bianchi, Diego Bucciardini ed Edoardo Baldo. Quest’ultimo è in una squadra d’interesse della FISI, per cui si allena un po’ con loro e un po’ con noi».

Cosa porterà nel mondo dello sci alpino coach Stefano Gross?

«Vorrei trasmettere la passione e l’amore che provo verso questo sport. E poi vorrei rendere i ragazzi più sereni e tranquilli: so di cos’ha bisogno un atleta per performare in una certa maniera, per cui cercheremo in tutti i modi di metterli nelle condizioni migliori affinché possano giocarsi le proprie carte in gara. A lungo termine è difficile sapere quale strada prenderà la mia carriera da allenatore, ma mi trovo benissimo con questo gruppo e spero di rimanerci il più a lungo possibile».

Stelvio ghiacciaio
Il ghiacciaio dello Stelvio durante gli allenamenti di luglio della Guardia di Finanza

Qual è stato il focus di coach Stefano Gross nei giorni sullo Stelvio?

«In tre giorni non abbiamo potuto fare chissà cosa, ma è stato bello poter parlare e confrontarsi con ragazzi e colleghi. Abbiamo messo giù un po’ del programma per la prossima stagione, parlato di tecnica, riflettuto su cosa può essere redditizio o meno. Insomma, un inizio del lavoro positivo. Alcuni atleti sono nuovi, tesserati quest’anno, invece altri come Haller e Parravicini si erano già allenate con me, quando ancora gareggiavo. Il primo giorno abbiamo lavorato un po’ coi pali nani, ma il focus è stato parecchio incentrato sulla tecnica, per ritrovare sensazioni, solidità e stabilità. Nei camp futuri, poi, andremo a “mettere del gas”, ma ora era importante ripartire dalle basi, senza andare già al 100%».

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