Un allenatore altoatesino 52enne è stato sospeso e condannato dal Tribunale sportivo svizzero per aver maltrattato le ragazze che allenava. La storia, riportata dall’Aargauer Zeitung, è tristemente paragonabile a quella che ha coinvolto l’allenatore francese Joël Chenal: allenatori esperti, maschi adulti, che abusano della propria posizione dominante per molestare giovani ragazze.
L’identità esatta dell’uomo non è stata resa nota. Di lui si scrive solo che è italiano, ha 52 anni, viene dall’Alto Adige, dove vive tuttora e lavora come artigiano. Chi ha scritto della notizia, tra gli altri Corriere dell’Alto Adige e Blick, riporta che quest’uomo fu un membro della Nazionale italiana di velocità sul finire degli anni Novanta: ha partecipato anche a due discese libere sulla “Lauberhorn” di Wengen.
L’uomo allenava ed era responsabile di una squadra juniores di una federazione sciistica regionale elvetica. Secondo la Corte svizzera, avrebbe insultato e palpeggiato atlete di età compresa tra i 16 e i 18 anni, osservandole mentre facevano la doccia al termine degli allenamenti. Diverse ragazze hanno riferito anche di palpeggiamenti a fianchi e cosce come parte della routine nella fase del riscaldamento. Inoltre, è stato riportato che l’allenatore abbia schiaffeggiato i glutei delle atlete con la mano e persino con un cacciavite.
I fatti si sono verificati nell’arco di anni. Le ragazze vittime di violenza hanno trovato il coraggio di denuncia nel giugno 2023, alla Swiss Sport Integrity. Si tratta di una fondazione di diritto svizzera che ha come principale obiettivo la lotta al doping. Alla segnalazione di un’atleta ne sono seguite altre. Le accuse includevano abuso di potere, minacce, umiliazioni, commenti sessisti e contatti fisici inappropriati. Sono otto le atlete che hanno testimoniato, raccontando anche di soffrire attacchi di panico e incubi ricorrenti.
Il Tribunale dello sport svizzero ha concluso che le dichiarazioni delle atlete erano estremamente credibili. L’allenatore altoatesino, oltre ad essere sospeso per cinque anni dall’allenamento di giovani atleti, dovrà sottoporsi ad almeno 25 ore di formazione sulla violenza psicologica e sessuale, nonché sull’etica nel rapporto con i minori. Nel frattempo – racconta l’Aargauer Zeitung – è tornato in patria, in Alto Adige. L’imputato si è fatto carico personalmente delle spese legali, pari a oltre 3.000 franchi svizzeri (circa 3.200 euro).
Solo tre delle otto atlete vittime di molestie sono ancora oggi nel pieno della carriera agonistica.




