L’ex dt: «Inner eroico, almeno il podio ci stava tutto»
Che sfiga!!! Un tecnico non si appella mai alla sfortuna, ma non essendo in questo caso coinvolto in prima persona, posso dire: ‘una sfortuna incredibile per tutta la squadra italiana’.
GRANDE INNER – Eroico Inner! Questa era proprio la tua pista, molto simile alla parte alta della discesa olimpica di Sochi, difficilissima. In queste condizioni sei ancora un numero uno, la tua capacità di deformare l’attrezzo molto prima degli altri ti permette di anticipare le inerzie, di fare meno fatica ma soprattutto di essere sempre presente e attivo sullo sci. Esattamente come Kristoffersen in slalom, ma che ‘pelo’ ci vuole per farlo in discesa! Ai 120 all’ora, quando tutto sbatte, al buio, quando l’istinto dice di difendersi (come hanno fatto quasi tutti), avere il coraggio di spingere così e così presto è da pochissimi. In più farlo con un telo e un palo addosso, con gli occhiali di traverso è, appunto… Eroico! Almeno il podio, ci stava proprio…
BRAVI TUTTI – Bravi anche gli altri, si è rivista una competitiva squadra italiana. Bravo Paris, una piccola distrazione ti è costata moltissimo, ma ci sei e arriverai presto al tuo solito livello. Fill con la forma che hai sarei stato curioso di vederti al traguardo. Discreti tutti, comunque andati a punti. Un bravo anche a tecnici e organizzatori che hanno permesso alla squadra di allenarsi sulla pista nei giorni precedenti alla gara. Non è scorretto, lo hanno sempre fatto tutti, finalmente siamo riusciti a farlo anche noi!
UNA GRANDE PISTA – Che pista! A forza di definirla ‘facile’, soprattutto se paragonata a quella di Bormio, il buon Tino (Pietrogiovanna) l’ha trasformata nella pista da discesa più difficile al mondo. Si discuterà molto, già a Sochi lo si è fatto riguardo la discesa olimpica. I puristi diranno che questa non è propriamente una discesa: non ci sono tratti di scorrimento, non ci si mette praticamente mai in posizione. Per me questa è la Coppa del Mondo, cioè la massima espressione dello sci ad alto livello! Preferisco apprezzare l’esasperazione del gesto tecnico, del coraggio, come si è visto oggi, che non piste-autostrade dove è determinante la potenza e il materiale. Chiunque oggi ha visto chi voleva scendere ‘sciando’ o chi pregava solo di arrivare indenne al traguardo.
ITALIAN WORLD CUP – Chiamiamola ‘Italian Word Cup’, ormai le gare si fanno solo più da noi! Organizzate in modo perfetto, discesa, super G, gigante, slalom e parallelo qualsiasi specialità preparata in modo impeccabile. Giustamente si continuerà a rimanere in Italia con l’assegnazione dei recuperi, meritatissimo! In tutto ciò, eccellenti gli organizzatori e la FISI, non resta che farlo pesare a livello in FIS quando verrà il momento.