Finisce un’interminabile giornata a La Villa, Alta Badia. Strepitosa, infinita, unica. A bocce ferme, finito tutto, penso a Flo. Cosa resta di questo giorno bestiale che ha consacrato Florian Eisath? Resta il ricordo di Flo in partenza, la tensione, le aspettative, la paura, il timore, la speranza. Un po’ di tutto questo. Restano gli occhi appiccati alla televisione posta nella start area, che se prima guardavano la sua azione efficace, alla fine scrutavano solo il cronometro per scoppiare in un urlo liberatorio. Restano i ricordi di Flo fuori dalla squadra azzurra, che arrancava e tribolava quasi rassegnato, prima di quel tredicesimo posto due stagioni fa alla prima gara che ne ha segnato la rinascita. Resta quello sci sempre in taglio sul muro ghiacciato ladino, quell’urlo liberatorio al traguardo, quella compattezza e serenità con cui ha affrontato, per la prima volta, tutta la stampa insieme. Resta un brindisi in onore di Flo con Andrea Chiericato, Max Carca, Flavio Roda, Giancarlo Bergamelli, Max Vergani, Massimo Rinaldi e Andrea Viano al Ladinia, il quartier generale da sempre degli azzurri. Resta la consapevolezza che non bisogna mollare mai.
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