SOELDEN – Si riparte da dove avevamo finito la stagione scorsa: la prima manche del gigante di Sölden è sempre nel segno di Marco Odermatt. Impressionate con le sue linee dirette sul ripido, incrementa nel piano finale e concede pochissimo a tutti gli altri. L’unico sotto il mezzo secondo è stato Luca Braathen: sui tempi dello svizzero in tutti i settori, eccetto che nel secondo dopo ha pagato 34 centesimi: 41 così quelli sul traguardo. Poi si sale ai 68 di Zan Kranjec, ma la sfida per il podio resta apertissima con Manuel Feller a 89, Henrik Kristoffersen a 95, Atle Lie McGrath a 97, sino ad Alexis Pinturault, ottavo ma già a 1.02.
Rammarico per Luca De Aliprandini: appena 6 centesimi da Odermatt nella parte alta, aggancia lo sci e si intraversa all’inizio del muro e la sua finisce lì. Inevitabile la sua delusione sul traguardo: «Quando parte male, parte male – dice – In alto non si vedeva per il vento, stavo per andare a prendere l’esterna. Così quando succedono queste cose, poi vuoi strafare ed è finita così: gara da dimenticare».

In casa Italia si qualifica un solo atleta, è Giovanni Borsotti che chiude con il ventitreesimo tempo, a 2″22 dello svizzero che ha subito dimostrato di essere in grande condizione. Dice, dopo la prima manche: «Mi sono sentito molto meglio di quello che poi è andata – spiega il piemontese – Si cerca sempre di fare meglio del tuo pettorale di partenza, mi sono però sentito bene, forse un po’ troppo bene. Ora vediamo la seconda: cercare meno foga e andare più veloce verso la massima pendenza».
Questa mattina si parlava della possibile reazione del Rettenbach, visto il sabato difficile e le alte temperature di oggi. Borsotti ha sgombrato ogni dubbio: «Ottime condizioni, c’era sì qualche segno, ma bello – aggiunge -. Forse era un po’ morta la neve sul piano, ma per come era ieri e il caldo, direi bellissimo».
Non riesce a qualificarsi, di nuovo per pochissimo, un Dominik Paris che è comunque sorridente e felice. Ha fatto vedere belle cose, chiudendo a due decimi dalla qualificazione. E risultando comunque essere il secondo degli italiani, lui che in primis è un velocista, anche se quest’anno ha deciso di darci dentro in modo deciso con il gigante. Subito dietro Filippo Della Vite, che ha alternato belle sequenze a qualche imprecisione di troppo, costata la qualificazione. Simon Maurberger finisce 39°, 43° Giovanni Franzoni, 46° Riccardo Tonetti, 49° Alex Hofer e 50° Hannes Zingerle.