La vita è bestiale. E di conseguenza anche lo sport. Il Gaslern l’ha confermato un’altra volta. Un’atra storia di resurrezione, un’altra storia di polvere e altare, un’altra storia di emozioni belle e buone. E anche un’altra storia di vita. Alex Vinatzer risorge a Kitzbuehel. Una stagione difficile, complicata, fatta di sconfitte sonore tra le porte strette dello slalom, solo con un paio di buone prestazioni in gigante. Settimane in cui non riusciva a mettere insieme due manche efficaci. Errori tecnici, inforcate, scivolate: lontano dai primi fino ad indossare il pettorale 24 indietreggiando nelle liste di partenza. Era rimasta solo una speranza, a cui tutti, e lui in prima battuta, si attaccavano. In teoria non era una speranza da poco, perchè parliamo della sua sciata sovente veloce e redditizia, anche se solo a tratti, solo in parte. Si aggrappavano tutti a questo, alla consapevolezza di quelle capacità tecniche indiscusse. Il podio di Kitzbuehel è una liberazione, è salvifico, è mostruosamente una rinascita. Nonostante la squadra continui a fare una fatica terrible e ad attraversare un momento difficile, scossa anche dal coraggioso addio di Simone Del Dio nel ruolo di allenatore responsabile per mancanza di un gioco di fiduce reciproche, Vinazter ha ritrovato la luce. Quel bagliore che ormai si faceva fatica ad intravedere.
Eccolo il classe ’99;: «Pazzesco se ci penso, dopo un momento difficile è arrivato un podio incredibile, il mio miglior risultato in Coppa del Mondo. Ci credevo si, ero consapevole dei miei mezzi, anche se la fiducia a volte manca, ma è normale quando fatichi a trovare i risultati. Ho lavorato sodo, non potevo non raccogliere questi sforzi, questo impegno. Riuscire a tornare sul podio dopo due anni (bronzo iridato a Courchevel) e farlo nel tempio di Kitz è eccezionale». Tutti lo cercano. Lo scortano gli addetti alla sicurezza verso il team hospitality dove ha lasciato gli sci da ricognizione e lo zaino. Squilla il cellulare. È la fidanzata. «Hai visto cosa ti ho fatto amore?», dice Alex con una mezza lacrima di emozione. Il gardenese è assalito dai tifosi, perchè quando c’è l’Hahnenkamm-Rennen gli sciatori sono degli eroi e di conseguenza accerchiati ed osannati. Figurati per uno che sale sul podio.
Continua Vinatzer: «Dopo la prima manche ero soddisfatto perchè finalmente avevo fatto una frazione in spinta. La seconda ho attaccato a tutta, mi sono sentito subito sciolto. Non dico una manche perfetta, ma quasi dai». Rinasce Vinatzer. Un bagliore nella notte dello slalom azzurro questo secondo posto. Adesso un’altra classica monumento: gigante e slalom sulla Planai di Schladming, poi si va Saalbach-Hinterglemm per i Mondiali. Un podio ‘in zona Cesarini’ si direbbe nel calcio. Un fantastico risultato in extremis, il podio al momento giusto in un posto mitologico, all’Hahnenjamm-Rennen giunta alla edizione numero 85. Una seconda piazza nel mese delle classiche dello slalom e alla vigilia dei Mondiali. Tanta roba. Dai Alex che ora si riparte. obiettivo adesso la continuità.
