Gugu Bosca: «Ho lottato per tornare a sciare. Con questo podio tutto ha un senso»

Missione compiuta per Guglielmo Bosca. Un podio che è rivincita, liberazione, consapevolezza, soprattutto giustificazione. Si, un secondo posto che giustifica un impegno immenso per tornare. Momenti bui durante il recupero, la paura di non poter tornare a sciare. Perchè dopo quell’incidente a Reiteralm in Coppa Europa nel 2017 c’è stato per qualche settimana il dubbio di abbandonare l’agonismo. Oltre alle svariate operazioni, delle infezioni obbligavano a ritardare la riabilitazione. Così due anni buttati. Ma non è finita qua, perchè in seguito anche un crociato disintegrato. Ecco Bosca dalla Baviera: «Per questo tutto oggi ha un senso. Dopo gli infortuni, il percorso che ho intrapreso è stato frutto di una determinazione che non so in quanti sarebbero riusciti a mettere in campo. Tutto quel percorso ha avuto un senso grazie alla giornata di oggi. Se non avessi fatto un podio sarebbe stata una carriera che non mi avrebbe accontentato. La storia di uno che si diverte sciando. Oggi, invece, tutto ha un significato ben chiaro. Io ho sempre saputo che sarei potuto salire su un podio e ce l’ho fatta».

Il podio ©Auletta/Pentaphoto

E’ proprio così Gugu. Un tipo serio, preciso, schietto. Campione sugli sci e anche sui libri, infatti si è laureato in ingegneria informatica al Politecnico di Milano. Non bastava fare da comparsa, non sarebbe bastato al ’93 di Milano trapiantato a Courmayeur qualche squillo. Il podio in Coppa del Mondo ti cambia una carriera. Lui lo voleva, lo desiderava, lo bramava. Ora è arrivato. Ed  è arrivato anche tardi, ma abbiamo detto degli innumerevoli problemi che hanno frenato la sua ascesa. Guglielmo sta facendo un’annata davvero positiva. «Questa stagione è come se fosse scattato qualche cosa nella mia testa, ho acquisito maggiore consapevolezza. E’ come se tutti gli infortuni fossero stati messi da parte, finalmente. Prima, invece, capivo di avere la velocità ma avevo molte paure. Qualche retaggio degli infortuni in me rimarrà sempre. Non sono uno che pensa che si debba scendere sempre senza rispetto, però ho acquisito una maggiore capacità di affrontare la gara e ho una migliore percezione delle mie capacità».

Tutti per Gugu Bosca ©Auletta/Pentaphoto

Analisi perfetta. La consapevolezza è tanto. Alla vigilia Bosca era indicato fra i favoriti. «Decimo, quinto, oggi secondo. Questo risultato  non è frutto di un caso ma della regolarità, della continuità. Adesso voglio vincere, non mi accontento. Adesso che tutto ha un senso la strada è più chiara e soprattutto quella intrapresa è quella giusta». E poi c’è anche una squadra più forte nel complesso. Prima solo dipendente da Leggenda-Paris, adesso con una squadra competitiva in superG e discesa. Lorenzo Galli, il suo allenatore responsabile da due anni, ci ripeteva spesso che Bosca prima o poi sarebbe arrivato al vertice. Ci ripeteva che era solo questione di mettere insieme alcuni pezzi. Quest’anno Gugu lo ha fatto e oggi è stato protagonista di una gara eccellente. Un podio eccezionale a Garmisch Partenkirchen sulla Kandahar, speriamo il primo di una seconda carriera, di una seconda vita. Una vita non da mediano. Forza Gugu!

Bosca vola verso il podio a Garmisch ©Agence Zoom

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