Il francese Valentin Giraud-Moine, 29 anni, ha detto basta: «Saluti a tutti, è il tempo di annunciare il mio ritiro dalle competizioni». Ne ha viste di belle e di bruttissime. Nel gennaio 2017 ha prima conquistato il secondo posto nella discesa di Kitzbuehel (dove tra l’altro vinse il nostro Dominik Paris), pochi giorni dopo si schiantò nella discesa di Garmisch procurandosi la rottura di entrambe le gambe e facendo tremare il mondo degli sport invernali. Con grande impegno e fatica ha seguito mesi e mesi di riabilitazione, smentendo (per fortuna) i primo bollettini che parlavano di gravi danni e di oggettiva difficoltà a ritornare anche a fare sport.
Invece è prima tornato a muoversi, poi anche sugli sci, con qualche altra soddisfazione raccolta lungo il suo difficile cammino. «Faccio questo annuncio in ritardo perché la decisione è stata complicata da prendere – scrive sui social -. Certo, in fondo mi sarebbe piaciuto continuare a sciare in discesa sulle piste più belle del mondo. Ma non vi sto insegnando nulla, questa disciplina è tanto bella quanto crudele. Nelle ultime stagioni, nonostante tutta la pazienza e gli sforzi, non sono mai riuscito a recuperare le mie capacità fisiche e mentali che mi permettevano di giocare un ruolo primario. L’atleta ambizioso che sono diventato è ovviamente amareggiato per il destino che gli è stato concesso e si chiederà sempre come sarebbe stato senza Garmisch. Ma questa è la mia storia…».
In carriera ha partecipato a 65 gare di Coppa del Mondo, conquistando due podi. Oltre al secondo posto sulla Streif, vanta lo stesso piazzamento nella discesa di Kvitfjell nel marzo 2016. Tre podi in Coppa Europa, tutti dopo il terribile infortunio, nella stagione 2019/2020 che lo ha visto trionfare nella classifica di discesa. Vittoria a Kvitfjell, terzo posto nella “sua” Orcières e secondo a Wengen, risultati ottenuti in discesa. Ha esordito nel mondo Fis nel 2017, partecipando a uno slalom al Monginevro, il primo pettorale in Coppa del Mondo è datato 2013, a Lake Louise, il primo in Coppa Europa invece tre anni prima, a Les Orres: 58° in discesa. Saluta con il sorriso: «Sono molto orgoglioso di essere tornato sugli sci, di aver vinto la Coppa Europa e di essere entrato di nuovo nella top 15. Ma soprattutto, sono orgoglioso di essermi divertito di nuovo».