Emanuele Buzzi non è l’ultimo arrivato. Il 30enne carabiniere di Sappada oggi è salito per la decima volta su un podio di Coppa Europa, a quasi dieci anni di distanza dalla prima volta, ed è stato convocato per le prove veloci di Coppa del Mondo questo weekend a Wengen. Buzzi tornerà quindi a gareggiare in Coppa del Mondo dopo quasi tre anni (superG di Kvitfjell nel marzo 2022). La “Lauberhorn” è una pista significativa per lui: qui nel 2019 centrò il miglior risultato in carriera, 6° in discesa, ma subito dopo il traguardo s’infortunò al piatto tibiale della gamba destra.
Dopo il superG di Coppa Europa di oggi a Pass Thurn, Buzzi ha parlato con Race di un «piazzamento che dà certezze», soprattutto considerando gli ottimi allenamenti fatti in estate. Di risultati così ne ha già ottenuti tanti in passato, ma da quando è fuori squadra – è la seconda stagione consecutiva che il maggior sostegno per Buzzi arriva dal C.S. Carabinieri – sono importanti i segnali di essere sul percorso corretto. «Negli ultimi anni sono riuscito ad avere più autonomia – dice Buzzi –, dall’altra non hai mai sicurezza di stare facendo le scelte giuste, e comunque tante cose devo pagarmele di tasca mia, sebbene in questo mi sostengano molto i Carabinieri».
Ricordando oggi quel 19 gennaio 2019 a Wengen, che fu al contempo il punto più alto e più basso della sua carriera, Buzzi rivela che «più che recuperare il fisico ho dovuto recuperare la mente. Non sono riuscito ad allenarmi come volevo e a spingere oltre al limite, come devi fare a questo livello. E quindi le mie prestazioni si sono un po’ abbassate». La Federazione, poi, ha dovuto fare delle scelte e voler spingere ancora, puntare nuovamente al top, «non è facile, devi volerlo proprio. Ti trovi da solo, a dover finanziare le tue stagioni e quant’altro. Ma ci credo ancora» afferma Buzzi.
Non sarà la prima volta che Buzzi torna a Wengen dopo quell’infortunio: dopo il 2019, ha disputato prove sulla “Lauberhorn” sia in Coppa del Mondo che in Coppa Europa. Gli capita ancora di pensare a quella scivolata, «però non è più un taboo. Ho analizzato l’accaduto, mi sono dato le mie motivazioni, certamente rimane il “cosa fosse successo se…” ma nello sport ad alto livello chiunque si è trovato ad affrontare una cosa simile. Mi sono anche detto: “Magari non riuscirai mai a superarla”, però l’obiettivo è cercare di arrivare al massimo».
Infine, Buzzi sembra quasi parlare direttamente con la pista svizzera: «Sono contento di tornarci, so bene che la Coppa del Mondo è… un altro mondo. Ma è una gran soddisfazione e sono pronto ad affrontarla».