10 domande a: ecco Di Centa

Tocca all'olimpionica…

1) Cosa ha funzionato e cosa no nella FISi fino a oggi.
La FISI ha bisogno di una leadership forte che la metta in grado di dialogare in modo paritetico con le Federazioni Internazionali di riferimento, FIS, FIL, IBU, ISMF, FIBT e nel migliore dei modi in campo nazionale x programmare e condividere strategie e progetti quadriennali mirati, con il CONI. La nostra Federazione deve secondo me attuare una policy di dialogo e presenza istituzionale a tutti i livelli, e possibilmente il Presidente deve essere presente nelle televisioni e nei dibattiti, per divulgare gli sport invernali e il mondo neve. Il dialogo tra la Federazione e il “resto del mondo” deve allargarsi grazie all’utilizza dei social network, newsletter e tutti i mezzi a disposizione per comunicare velocemente. Una comunicazione a due vie che arrivi a  chi ama il mondo neve, anche se non e un assiduo frequentatore delle piste ma è orgoglioso di essere in un paese con montagne importanti. Una Federazione 2.0..Quello che ha funzionato di meno, a mio avviso, è il lavoro di squadra. Le conduzioni verticistiche, oltre che antiquate, non hanno mai portato lontano. Si è creato un ulteriore gap tra la base e l’alto agonismo. Gli sci club, che sono l’anima della Federazione, non sono mai stati considerati o resi partecipi se non nella richiesta di voto attraverso i Comitati. Mi sembra davvero pochino. Insufficente l’informazione per la base.
2) Chi è Manuela Di Centa in 800
battute.
Manuela è una donna, un’atleta, un’amante degli sport invernali, della neve, della montagna, che si emoziona alla prima nevicata! Interprete di una disciplina, il fondo, che le ha regalato soddisfazioni enormi insieme a dolori e fatiche. Dopo l’agonismo si è dedicata ad altre attività che la hanno completata. Come dirigente si è seduta a diversi tavoli istituzionali ed è membro onorario del Cio, Comitato Internazionale Olimpico, della giunta del Coni ed ha avuto esperienze in politica. Lo sport le ha insegnato che, pur riconoscendo la maggiore forza degli antagonisti, si può comunque vincere se hai cuore e passione. Manuela non deluderebbe mai la “base” per l’amore e l’affetto che ha ricevuto nel corso della sua carriera e attualmente della campagna elettorale.
3) Perché uno sci club dovrebbe votare Manuela Di Centa piuttosto che un altro candidato?
Le Società dovrebbero votarmi riconoscendosi in me, dandomi la loro fiducia, perché cercherei soltanto di mettere in pratica le loro necessità. Per loro votarmi rappresenta senza dubbio una sfida. Quella sfida che ha  condizionato tutta la mia vita. E questa è l’ennesima, forse la più difficile, ma anche la più affascinante. Io non ho interessi diversi se non quello di restituire alla Fisi da Presidente ciò che ho ricevuto da atleta, in tanti anni di agonismo.
4) Come e dove trovare i soldi per gestire la FISI del futuro?
La Fisi, con tutti i suoi protagonisti, deve darsi un’immagine più contemporanea. Per crearla occorre anche un piano di marketing forte e moderno che non è difficile portare avanti perché non ci mancano i personaggi. Basta saperli valorizzare. La creazione di una leadership forte aiuta a ottenere visibilità e ad aprire le porte agli sponsor. Un esempio potrebbe essere la creazione del merchandising FISI da vendere anche on line e la creazione di progetti europei a largo raggio in collaborazione con il Coni. L’immagine della Fisi dev’essere ovunque, specialmente nella stazioni invernali, ma anche nelle associazioni ed enti di promozione sportiva per creare partnership proficue. La Fisi deve educare a rispettare la montagna e ad amarla partendo dai bambini e dalle famiglie.
5) Come distribuire più contributi alla base (Sci Club, Comitati)?

Si deve rivedere la tabella premi in modo che sappia dare il giusto valore a quelle Società che dimostrano il massimo impegno in tutte le discipline della Fisi. E’ necessario inoltre allargare a più Società il budget e introdurre il “nullaosta” per il  trasferimento degli atleti. Le società vanno valorizzate per il grande lavoro che fanno crescere un atleta.
6) Statuto, sono necessarie delle modifiche? Se sì, quali?
 Almeno due cose sono necessarie: il voto on line per consentire a tutte le società di esprimere la propria scelta, senza essere obbligati a far sapere a chi è stato dato il voto e senza dover andare per forza all’assemblea visto che lo stivale e lungo e l’arco alpino è ampio.  Ho già accennato al nullaosta.
7) Tesseramento, cosa fare per aumentare i numeri?
Trovo fondamentale proporre un tavolo di lavoro con tutti gli attori che vivono il “pianeta neve”. Mi riferisco ai Direttori delle stazioni sciistiche, alle Società degli impianti, alle Associazioni di albergatori, ai responsabili delle aziende dell’attrezzo che possono anche aiutarci ad essere più sicuri sulla neve. Parlo di tutti coloro che hanno un contatto quotidiano con gli sciatori. Lavorerei poi su due proposte di tesseramento, per gli agonisti e per gli amatori. Quest’ultima tessera deve guardare al sociale, alla promozione dell’attività sulle neve a tutte le età.  Si potrebbero organizzare lezioni per le famiglie, family pass, settimane sulla neve, campus estivi, per cercare di non soffrire troppo del cambio dei consumi. La crisi c’è…e lo sci è uno sport costoso. Ma devono essere sempre di più quelli per cui è vero il detto: “non ci siamo mai stancati l’uno dell’altro io e le montagne”. Certe volte è importante provare per credere. Per ottenere ciò occorre rendere il più snello possibile l’iter per tesserarsi, aumentando a dismisura sul territorio gli “sportelli Fisi”. Dobbiamo essere tutti più aperti verso le famiglie e gli sportivi.
8) Alto livello, cosa fare per vincere più medaglie a PyeongChang 2018?
Per sistemare la Federazione ci sono parecchie cose da fare. Per questo ci vuole una squadra. Un team di lavoro molto coeso, che abbia un unico scopo. Tanti professionisti che collaborano tra loro in base alla loro esperienza. E che si aiutano, che individuano la strategia migliore per colmare il gap. Il fondo è più che mai uno sport dove sei sola con te stessa, eppure non avrei mai vinto sette medaglie olimpiche, di cui due d’oro, o sette ai Mondiali, se non avessi fatto parte di una squadra. Non vado lontana se dico che è importante rafforzare il nostro impegno verso i giovani ai quali bisognerebbe offrire maggiore assistenza e non considerare solo quelli che compaiono nel vertice delle classifiche o rimanere in attesa che scoppi improvvisamente un possibile talento. O scandalizzarsi se una atleta aspetta un bambino. Nelle squadre Nazionali abbiamo giovani molto interessanti, promettenti e dobbiamo aiutarli a fare di più, a rappresentare meglio la nostra Italia, le nostre Alpi o Appennini, la passione italiana per la montagna. Anche gli atleti che sono a fine carriera non devono essere lasciati al loro destino ma devono essere reintegrati nel mondo del lavoro. Serve anche la loro esperienza. Abbiamo in house tecnici che non sono certo meno capaci di quelli di altri Paesi. Auspico che ci sia un dialogo maggiore tra i tecnici e gli atleti a tutti i livelli in modo da poter trasmettere sempre la passione per lo sport.
9) Deve cambiare qualcosa nel sistema di voto per l’elezione del Presidente?

Come già detto prima, il voto deve essere realmente espresso dagli sci club che però spesso non hanno le risorse per essere presenti all’Assemblea. Io non prometto mari e monti… Ma vorrei che il cambio di velocità della Federazione sia portatore anche di nuovi modi di votare, magari on line. Tutte le migliorie fatte a piccoli passi avranno ricadute positive a cascata su tutto il sistema.
10) Quadri tecnici dello sci alpino, cosa cambierà se verrà eletta Manuela Di Centa?

L’ho anticipato prima. Per tutti i quadri tecnici, quindi non solo per lo sci alpino: la prima cosa da fare è analizzare la situazione generale delle ultime stagioni e dei progetti  che possono avere avuto più o meno fortuna. Da qui si parte per conservare o modificare i quadri tecnici. Ribadisco però che i nostri tecnici sono grandi professionisti e se qualche risultato risulta essere poco soddisfacente può essere che non dipenda dalle capacità del tecnico. Credo sia necessario offrire la massima assistenza e dare loro ogni mezzo possibile per fare bene.

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