Il villaggio olimpico è off limits: impossibile entrare, questa la decisione del comitato organizzatore per la tranquillità e soprattutto per la sicurezza degli atleti. L’unico modo per accedere è quello di avere un invito da qualche nazionale: si fa un check-in in ingresso, bisogna mostrare il passaporto, come per entrare in un altro paese. Eppure siamo a tre chilometri dal centro di Whistler. Il permesso vale solo 12 ore: dalla 9 di mattina alle 9 di sera. E’ davvero un piccolo paese: ci sono negozi (per esempio, quello di alimentari, oltre alla boutique olimpica), una palestra molto ben attrezzata, un’area per mangiare, una zona relax con internet e televisione, ci sono vialetti e stradine dove poter correre, un laghetto: tutto molto ‘rilassante’. Gli atleti dormono in chalet in camera doppie, piuttosto confortevoli, tutti con la bandiera appesa al balcone. L’unica nota stonata è la sistemazione degli allenatori: sono alloggiati in container, un po’ come quelli che vengono realizzati in caso di calamità. Una piccola caserma, con camere doppie e servizi igienici in comune. Nelle camere solo i letti, due armadi, un lavandino, oltre ad un piccolo angolo che può servire da cucina. Almeno per farsi un caffè al mattino.
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