La seconda vita di Thaler: «Non è stato facile non essere più atleta. Ora guardo avanti e alleno i carabinieri»

Lasciare l’agonismo e non fare più la vita da atleta: una cosa che ti segna, ti cambia, ti trasforma. Eccome se lo fa. All’improvviso ecco un nuovo modo di affrontare le cose, vederle da un’ottica differente. E tutto ti appare diverso, come se fossi nato per la seconda volta. Una rinascita che per certi versi ti fa andare avanti nel viaggio della vita, ma che crea scompensi, difficoltà, incredulità. 24 Gennaio: Austria, Stiria, Schladming: Patrick Thaler deraglia sulla Planai nello slalom della mitica Night Race fra 50.000 tifosi deliranti, fra fumogeni e bandiere, fra sogni infranti e realtà che incombe. L’addio proprio nel tempio dello slalom, ma è stato giusto così.

Guarda il video a Schladming dopo l’addio 

L’addio a quarant’anni per questo sempiterno eroe delle porte strette: lo chiamano ‘nonno’ Thali, il ‘nonno di Sarentino’, angolo di Alto Adige dove si scia e si lavora il pino mugo proprio come fa suo papà. Thali è l’esempio più cristallino di chi non molla mai: ha superato difficoltà e traversie a causa di infortuni e bocciature. Ma è sempre risorto, collezionando non solo tre poi in Coppa del Mondo, ma soprattutto innalzandosi a modello di perseveranza e serietà (elemento che è valso più di molti altri risultati perché Thaler vince sempre). E se dire basta alla vita da atleta ti stravolge, figuriamoci per uno come Thaler, un quarantenne dal fisco integro e potente, un ragazzo che ha sempre fatto la vita monacale senza mai un eccesso. Un preciso, uno serio, uno affidabile. Forse anche  troppo. Praticamente…Thali.

Thaler e alcuni suoi compagni alla festa di fine carriera

ECCOLO THALI – Ma ecco cosa dice dice Patrick: «Non è stato facile abbandonare l’agonismo. La mia vita era quella da atleta, il primo momento quanto mi sono reso conto che tutto d’un tratto era cambiata ho accusato un po’ il colpo. Non solo una questione di testa, ma anche fisicamente mi sentivo quasi spossato. Poi dopo il primo periodo mi sono assestato, ho digerito questa scelta che era inevitabile. E’ stata una grande avventura gareggiare per tante stagioni, adesso faccio altro è vero, ma sono ugualmente felice». Patrick allenerà insieme a Martin Karbon il settore maschile del gruppo sportivo dei carabinieri. Ancora il ‘nonno’: «Intanto ultimerò il corso maestri che sto facendo in Valle d’Aosta e poi mi aspetta la trafila dei corsi federali per allenatore. Inoltre mi occupo della ditta di famiglia che raccoglie e lavora il pino mugo. Sport? Mi divido fra palestra e beach volley, una mia passione… Devo darci dentro, altrimenti con quello che sono abituato a mangiare mi cresce la pancia…». Impossibile Thali: con il…’boiler ‘non saresti più tu! In bocca al lupo allora per la tua seconda vita!

Thaler con Eisath e Moelgg alla festa di fine carriera
Patrick con Leo, Mia e Luca

 

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