Parola di De Chiesa – Questione di neve, piu’ che di pendii e tracciati…
Il gigante, disciplina madre e matrice dello sci, non finisce di stupire a suon di colpi di scena. Leggendo i commenti sulla mia pagina FB, gli appassionati sembrano smarriti: ma, a Beaver Creek, non era tornato Ted Ligety che, invece, a Are le ha buscate sode da Marcel Hirscher, come a Solden? Questione di neve, più che di pendii e tracciati. Se ricordate, a Solden la pista era barrata, ovvero iniettata con acqua, idem a Are, mentre negli USA il manto artificiale no. Domenica, in Val Badia, magari i fronti si rovesceranno di nuovo e ne sapremo di più. Per il momento, mi pare di aver capito che sul ghiaccio, in gigante, Hirscher è di un’altra categoria. Ma l’avete visto in Svezia, nelle prime porte sul ripido marmoreo, dritto sul palo per invertire all’ultimo, nello spazio di un fazzoletto, brutalizzando lo sci di 35 metri di raggio con violenza tale da carvarlo in un amen? Potenza allo stato puro, senza la quale non staremmo qui a discettare della sublimità tecnica di Hirscher, consequenziale alla nuova struttura morfologica del fenomeno che, per converso, su nevi da accarezzare come in Colorado, sembrava impacciato dalla forza erculea in fase di conduzione. Il tema che più mi ha elettrizzato in questo scorcio di coppa è proprio l’inversione di ruoli in gigante, almeno in due dei tre disputati, con il beneplacito di Ligety, riluttante a cedere lo scettro di re del gigante nonostante le viti conficcate nella mano sinistra!