Ecco Federica Monti, l'alternativa a Bortoluzzi

Sabato si sceglie il nuovo presidente del Veneto

Federica Monti ci prova. Ex atleta, maestra di sci e commercialista a Belluno, 45 anni residente ad Auronzo di Cadore, Federica è stata presidente dello sci club Auronzo e da dieci anni è la numero 1 della FISI bellunese. E’ scesa in campo con entusiasmo e voglia di innovare, e sabato a Castion sfiderà il presidente in carica Roberto Bortoluzzi per guidare il Comitato regionale Veneto. «La base del bellunese mi ha chiesto di candidarmi. Credo che dopo un lungo periodo sia giunto il momento di cambiare. La motivazione è alta, che è necessario portare novità e facce nuove al vertice», fa sapere la Monti. Ma ecco i suoi punti programmatici:

1 –  UN NUOVO COMITATO REGIONALE – C’è urgenza di ridisegnare l’azione politica e tecnica del nostro Comitato, con una riorganizzazione generale, attuando tutte quelle iniziative che possano rilanciare lo stesso, assegnandogli un nuovo ruolo sullo scenario sportivo veneto.
E non si può partire che dalla sua ristrutturazione. L’articolazione gestionale dovrà essere più agile, in maniera tale da poter disporre di un’organizzazione dinamica e pronta ad adeguarsi alle mutate condizioni di gestione.
Un’azione che dovrà essere improntata al servizio del tesserato singolo e dello Sci Club in maniera adeguata e tempestiva.
Il Comitato Veneto deve essere trasparente per essere rispettato, all’interno del quale ogni decisione possa essere analizzata e affrontata in modo rapido e trasparente prima di essere assunta. Ad iniziare dalla Società satellite “Veneto Winter Sport” che deve essere lo strumento forte per garantire risorse economiche diverse al Comitato. Chiarendo bene quale sia il suo ruolo, chi la indirizza e chi la controlla. Soprattutto bisogna ritrovare credibilità: gli esiti elettorali dell’ultima Assemblea federale hanno decretato la sconfitta del nostro Comitato.

2 – LA SCUOLA, IL CONI E I GRUPPI SPORTIVI MILITARI – Scuola e FISI dovranno stringere nel Veneto un patto di grande collaborazione e sinergia attivando un “sistema” che garantisca il diritto all’istruzione ed alla crescita scolastica dei nostri giovani atleti, senza per questo dover rinunciare alla cura dell’attività sportiva.
Per questo la scuola dovrà operare a favore dello sport ed essere un vettore fondamentale per la socialità stessa dell’educazione sportiva. Il grande lavoro del compianto presidente Graziano Pollazzon deve ritornare ad essere di grande attualità.
Analogamente con il Coni si dovrà impostare un rapporto nuovo e diverso e capire cosa l’ente ci può assicurare anche nell’interlocuzione con le istituzioni locali, ad iniziare dalla Regione Veneto.

3 – LA COMUNICAZIONE – Serve… “meno carta e più Internet” e realizzare iniziative finalizzate a coinvolgere in maniera sempre crescente i propri tesserati.
Il dialogo informatico è oggi prevalente per tenere aggiornate tutte le componenti federali su tutto quanto attiene l’attività, rilanciando il sito internet del Comitato e producendo newsletter digitali, con cadenza anche quotidiana – verso l’intera organizzazione federale – che dovranno riportare news e promozioni quasi in tempo reale, strumento per rafforzare anche l’attività commerciale.
Perché proprio oggi i mezzi permettono a tutti, e in particolare ai giovani, di ricevere informazioni puntuali e ufficiali, in modo rapido, affidabile, non per “sentito dire”.
E questo deve aiutare ad abbandonare gradualmente tutto quello che rappresenta un modo ormai vetusto e costoso di concepire la distribuzione delle informazioni.

4 – LA TUTELA DELLA SALUTE – Nel suo piccolo, il Comitato regionale dovrebbe iniziare a svolgere un ruolo di primaria importanza nella difesa della salute dei propri atleti e tesserati, ad ogni livello, in ogni ambito ed in ogni direzione.
Il rapporto tra la FISI ed i propri tesserati deve essere improntato alla massima chiarezza e lealtà reciproche, con il Comitato quale garante, ad iniziare dalla sicurezza personale. Non solo degli atleti, ma anche delle migliaia di sciatori che affollano le piste, ricercando un attento dialogo con gli esercizi di impianti di risalita, che hanno la titolarità della gestione delle piste, ossia degli ambiti dove si sviluppa ed articola la nostra azione. E questo quindi non significa limitarsi alla fredda richiesta di gratuità o sconti sull’acquisto dello skipass, ma instaurare un dialogo che per ora sembrerebbe essere assente.

5 – IL SETTORE TECNICO – Ritengo che si debba ricalibrare e rivedere anche il “Settore Tecnico” del Comitato, in ogni suo specifico settore. Partendo dalla necessità di investire nella crescita dei dirigenti e dei tecnici degli sci club che deve avvenire contestualmente, al fine di creare le condizioni per uno sviluppo armonico ed organizzato dell’attività ad ogni livello. La quasi totale assenza di veneti a Sochi 2014, deve fare riflettere e aiutare a capire che probabilmente la direzione in cui ci si è mossi va abbandonata quanto prima, non avendo di fatto portato risultati. Non si potrà prescindere dal sostegno alla qualificazione dei giudici di gara degli organizzatori di eventi. I primi sono gli elementi fondamentali e preziosi della nostra organizzazione, mentre i secondi devono garantire l’innalzamento qualitativo delle nostre proposte agonistiche – ad ogni livello ed in ogni disciplina – per accrescere il consenso e l’apprezzamento sull’opinione pubblica e su coloro che sostengono, anche economicamente, la nostra azione. Oggi come oggi nel Veneto ci sono pochissimi delegati tecnici internazionali e ci sono intere valli senza giudici di gara.
Non è pensabile, non è accettabile che il Veneto non disponga di persone nelle giurie di gara, nazionali e internazionali solo perché per anni se ne è ignorata l’importanza. Le Squadre agonistiche del Comitato dovranno essere riconsiderate, riorganizzate e rilanciate affinché farne parte rappresenti per gli atleti un traguardo ambizioso, un orgoglio. Anche perché il dato di fatto è che oggi sono molti quelli che lavorano meglio con il proprio allenatore di Sci Club, trovando gratificazioni e soddisfazioni maggiori. Ritengo infine che il Club, fondamento dell’intera organizzazione della FISI, sia la culla della nostra attività ed il punto di riferimento per ogni appassionato, come pure il presidio sportivo all’interno di una comunità. Elemento di aggregazione e di concorso allo sviluppo del territorio verso il quale occorre riscoprire l’orgoglio ed il piacere di farne parte.
 

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