Il migliore è Werner Heel, dodicesimo
Quando gli chiediamo se è più deluso o arrabbiato, Werner Heel non ci pensa un attimo: «Tutti e due. Non so perché, non voglio trovare attenuanti: gli sci erano veloci, certo la neve nel finale di gara era più lenta visto che è uscito il sole, ma sono stato io a non interpretare bene la gara. Ero passivo, poco reattivo sin dall’inizio: non ho sciato come volevo. Andiamo avanti, pensiamo al superG». Christof Innerhofer era sui tempi dei migliori sino al terzo intermedio, poi gli è mancato qualcosa nel finale: «Sono contento, perché finalmente mi sono divertito a sciare. Da queste gare non mi aspetto nulla in particolare, era importante per me ritrovare le sensazioni giuste». Passa Peter Fill: «Certo è un grande risultato essere a questi Giochi Olimpici dopo quello che mi è successo. Ma quando sei in gara vuoi andare forte, cercare di vincere. Dolore? No, in gara non lo sento, al massimo qualche ora più tardi. Ma per ora tutto ok. Certo, se posso sciare con una buona visibilità sono più sicuro».