De Chiesa: ‘Hirscher fortissimo o altri troppo deboli?’

Parola di De Chiesa – «Hirscher, superiorità schiacciante»

A Garmisch, l’obbrobrio del gigante ridotto a lumaca è stato mitigato dalla grandezza di Marcel Hirscher, mattatore di una gara a sé stante, passata agli annali per…. eccesso di distacco! Oggigiorno, vincere con oltre 3 secondi di vantaggio, come faceva Ingemark Stenmark, sembra un ossimoro, una contraddizione in termini, considerando il livello tecnologico raggiunto. Si potrà obbiettare che i cardini della fisica applicata alla disciplina matrice dello sci sono disattesi dall’imperante trend di tracciatura che, inspiegabilmente, impone velocità di percorrenza sproporzionatamente basse in rapporto al raggio di sciancratura dello sci, ma non basta. C’è dell’altro. Quest’anno, in gigante, la superiorità di Hirscher è schiacciante, a parte Beaver Creek, favorevole a Ligety sia a dicembre sia ai mondiali, ma su un terreno morfologicamente avverso all’asfissia del tracciato e su neve da modulazione di spigolo. Se no, botte da orbi, se non proprio come a Garmisch! Eppure Hirscher non ha cambiato modo di sciare, solo piastre e attacchi, oltre alla muscolatura, un motore potenziato di 8 chili che gli consente di chiudere le curve in tempi inferiori agli altri, di spingere nelle ultime porte come nelle prime, anche dopo un minuto e 23 secondi di manche su sci di 35 metri di raggio che stancherebbero un mulo. Ma siamo sicuri che, a parte il fenomeno Ted Ligety, quest’anno sotto standard in termini assoluti, ad eccezione di Beaver Creek, per il problema alla mano sinistra, zavorrata da 4 chiodi di titanio, ma proprio per questo, in termini relativi, assolutamente fenomenale, i suoi avversari siano all’altezza della situazione? Hirscher è troppo forte o…. gli altri troppo poco? A voi, cari lettori e ai posteri l’ardua sentenza.

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