La Finlandia non è (o non è stata) esattamente la meta preferita della campionessa del mondo in carica di slalom, Camille Rast. In passato o non si qualificava o era troppo lenta. Il suo miglior risultato in otto tentativi? Un 19° posto. Fino al 2024, quando è arrivata la svolta con la prima top5 sulla “Black”. «Davvero fantastico», ha commentato l’atleta vallesana. Giustamente. È stato l’inizio di una stagione da sogno, con le prime vittorie in Coppa del Mondo e l’oro ai Campionati Mondiali, oltre al primo podio in Coppa in gigante. Se Rast non fosse caduta a fine febbraio a Sestriere (Italia), avrebbe probabilmente conquistato anche la classifica di specialità di slalom o comunque lottato in maniera diversa fino a Sun Valley.
E oggi? Rast ha la certezza di poter essere veloce su qualsiasi pista del mondo, anche sulla «Levi Black». È così che viene chiamata quella in Lapponia. Il nome non è appropriato, perché è considerata una delle più facili al mondo. Rast preferisce le piste più ripide, ma al momento questo non è determinante. Molto più importante è come sta il suo corpo: «Dopo Sölden ho avuto una battuta d’arresto», ammette apertamente. In seguito a diverse settimane di preparazione per lo slalom gigante, incluso lo stress da gara, in cui si è classificata quindicesima, ha iniziato ad avvertire un fastidio all’anca sinistra: «Ho avuto bisogno di una pausa più lunga del previsto, non è stato davvero facile».
Rast non riuscirà a dimenticare facilmente la caduta di Sestriere, a quanto sembra. Rivisitiamola. Poco prima del traguardo è scivolata sulla pista ghiacciata: ossa e legamenti intatti, «ma una parte del corpo è rimasta incollata alla neve e l’altra ha continuato a scivolare», come spiega il suo preparatore atletico Florian Lorimier a Blick. Due gruppi muscolari si sono sfregati e Rast ne risente non solo oggi, ma probabilmente ancora per molto tempo, forse alcuni mesi, forse anche uno o due anni. «Adattamento è la parola chiave in questo momento», dice Rast. Ogni giorno deve valutare se e quando deve fare una pausa, dopo ogni allenamento di sci e di condizionamento fisico. «Non sappiamo mai come reagirà l’anca», dice Rast.

Rast non vuole essere pessimista. Quando proprio Blick l’ha incontrata una settimana fa durante l’allenamento esclusivo a Saas-Fee, ha mostrato curve notevoli: «Ci sono stati momenti belli», dice felice. Ma aggiunge anche: «Purtroppo provo dolore ogni giorno». Attualmente ha circa 4000 porte nelle gambe: va bene, ma potrebbero essercene anche di più. «Devo essere paziente e continuare a lavorare, non posso fare altro». Ma come si deve immaginare il suo dolore: è lancinante o sordo? «Ogni giorno è un po’ diverso. La lesione evolve, non è mai uguale. Devo solo stare attenta e andrà tutto bene». Il fatto è che Rast e compagni hanno recentemente svolto allenamenti ottimali: dato che a Levi faceva troppo caldo, hanno macinato molti chilometri sulla Längfluh, su piste bagnate e senza sciatori turisti nelle vicinanze: «Abbiamo potuto lavorare in tranquillità, è stato fantastico».
Una cosa è certa: Rast sa bene che la stagione non è uno sprint, ma una maratona. Lo stesso vale purtroppo anche per il suo infortunio.





