Rast 34 anni dopo Schneider. La passione per l’Italia, il cavallo e la mountain bike, oltre che per lo slalom

LIVE DASAALBACH

Quando ci sono medaglie in palio, la Svizzera c’è ed è in prima linea. Oggi ne sono arrivate altre due dallo slalom femminile, che si vanno ad aggiungere alle dieci già conquistate ne giorni scorsi. La doppietta porta la firma di Camille Rast e Wendy Holdener, che vanno a scrivere la storia dello sci elvetico, perché il titolo in slalom mancava all’appello da 34 anni, quando vinse Vreni Schneider. Un po’ come, anzi ancor di più, i 28 anni intercorsi tra l’oro di Federica Brignone e quello di Deborah Compagnoni nel gigante. 

Camille Rast ©Agence Zoom

E anche i distacchi sono qualcosa di simile: Rast, a parte i 46/100 inflitti alla compagna di squadra, ha imposto un ritmo insostenibile per tutte. Katharina Liensberger, che si è ritrovata nel momento migliore e sa come si vincono i titoli (oro a Cortina d’Ampezzo nel 2021) si è presa il bronzo con 1”32 di ritardo. «Incredibile, sono molto felice di questo risultato – sono le prime parole della neo campionessa mondiale di slalom -. Sono riuscita a confermare il mio stato di forma». Rast infatti è letteralmente esplosa in questa stagione. A Gurgl, solo qualche mese fa, era arrivato il primo podio in una gara individuale: terza in slalom, poi subito dopo un altro prestigioso risultato a Killington, questa volta in gigante. Il giorno dopo ecco arrivare la vittoria, seguita poi da quella di Flachau. 

Camille Rast ©Agence Zoom

Oggi il terzo sigillo stagionale (e della carriera) che ha però un peso particolare perché Rast ha centrato appieno l’appuntamento iridato, gestendosi al meglio tra la prima e la seconda manche. «Ero un po’ frustrata, ma ho saputo reagire – confida – ho sentito tutto il pubblico in partenza e ho solo pensato a fare del mio meglio, sciando libera e divertendomi: ha funzionato». È riuscita a trovare la chiave vincente, per volare su questa neve particolare di Saalbach, trattata nei giorni scorsi e ora tornata compatta per le basse temperature. «La pista un po’ era segnata, non era facile essere veloce: ci ho provato e sono riuscita a vincere». 

Camille Rast quest’anno ha di nuovo cambiato materiali e solo a inizio stagione parlavamo di un’atleta pronta a sbocciare. Ha studiato l’italiano per lavorare al meglio con l’allora skiman “Giallo” Vianello – ora passato con Lara Colturi – ma più in generale adora l’Italia. «Mi piace tantissimo, mi dicono sempre che non sono svizzera al cento per cento e che dovrei avere da qualche parte un po’ di sangue italiano». In realtà preferisce una vita più tranquilla, rispetto alla rigidità elvetica, per le sue vacanze sceglie spesso il BelPaese, spesso con la sua inseparabile bici da downhill. Una passione in qualche modo trasmessa dal papà, che invece gareggiava nel motocross. Ma Camille non si nega neppure un giro a cavallo, quando può: «Mi piace il contatto con l’animale, mi fa stare più tranquilla. La mountain bike? Ho fatto gare e scoperto nuove zone: ora ho detto basta, troppo impegnativo avere una doppia carriera in Coppa del Mondo». 

Camille Rast ©Agence Zoom

Di base è più slalomista, non disdegna neppure il gigante, dimostrando appunto il suo valore pochi mesi fa, nella gara di Killington. La prova iridata di giovedì l’ha chiusa all’undicesimo posto, in attesa di tentare il grande colpo con il suo amato slalom. «Per me lo slalom è sempre stato, fin da piccola, una disciplina veramente speciale, forse non riesco a spiegarlo a parole – diceva a inizio stagione – In questa specialità non puoi fare solo due giorni di allenamento così tanto per e… pensare che vada tutto bene. Non funziona così: si deve trovare la fiducia piano piano per andare sempre più forte. È forse una questione più di cuore perché ho pure una storia divertente: il mio primo giorno di slalom con i pali normali ho preso subito un palo sul naso, da bambina, e da lì il mio l’allenatore mi ha sempre fatto diversi scherzi». 

Oggi non ha scherzato: è partita per andarsi a prendere l’oro, 34 anni dopo Schneider.

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