Giancarlo Bergamelli: «Slalomiste? Il gruppo c’è, i risultati ancora no» 

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Tre stagioni piene con la squadra femminile di slalom, a caccia sempre di talenti e risultati, ricordando però che dal 1985-1986 l’Italia in questa specialità ha trionfato solamente in tre occasioni in Coppa del Mondo (Deborah Compagnoni, Semmering 1996; Lara Magoni, Vail 1997; Chiara Costazza, Lienz 2007). Qualcosa si muove in vista di un futuro più roseo? Qualcosa sì, soprattutto a livello potenziale. Risultati concreti pochi, ma non mancano risvolti positivi. Ne parliamo proprio con Giancarlo Bergamelli, ex atleta di Coppa del Mondo, nativo di Trescore Balneario (Bergamo).

Giancarlo, com’è stato lavorare con le ragazze dello slalom dopo l’esperienza con i maschi?

«Ho trovato un buon feeling con loro, anche se ci è voluto un po’ per instaurare un bel rapporto. Diciamo che devi entrare nelle loro corde e ci è voluto un attimino, non lo nego; però adesso è piacevole il fatto che chiedano molti consigli e si confidino abbastanza. E’ un aspetto da non trascurare. Con gli uomini era un po’ diverso, era tutto più facile per certi versi. Con le ragazze diciamo che devi creare prima un rapporto di empatia per tirare fuori qualcosa».

Un grande classico, a sentire altri suoi colleghi. Se le chiediamo il bilancio della stagione 2024-2025? Due slalomiste qualificate alle Finali (non accadeva dal 2019); tre atlete nelle 30 della start list della prossima stagione. Qui però finiscono le note positive…

«Ovviamente non possiamo dirci soddisfatti. A mio parere Peterlini e Rossetti avevano la possibilità di giocarsi quanto meno un risultato nelle 15 spesso, se non sempre, e magari averla pure a fine stagione quella top 15. Da come sciavano fin dalla scorsa estate avevano questi risultati nelle corde. Qualcosa manca. Marta ha buttato via tantissime gare negli ultimi due anni, a partire dal 2023-2024: 5ª a Killington, 12ª a Soldeu e stop; e nel 2024-2025 16a a Sestriere e 8ª ad Åre, due soli risultati. Lei è cresciuta molto bene come impostazione, non c’è dubbio, ma forse, parare personale, ha tralasciato qualche passaggio che poteva aiutarla a creare un po’ di destrezza in più. Se sta nel ritmo ok, ma appena succede qualcosa il tempo di reazione è ancora troppo lento. Un problema costante suo e anche di altre slalomiste è che al primo errorino c’è la tendenza a uscire, cosa da evitare, possibilmente. Marta deve allenare un po’ altri aspetti, ecco, anche a livello motorio. Resta il rimpianto, perché davvero ha buttato via tante gare e avrebbe potuto essere nelle prime 15 al mondo già nel 2024».

Marta Rossetti
Marta Rossetti ©Zoom

Però ha dato la sensazione di essere spesso veloce…

«E’ vero, non c’è dubbio. Anche a Sestriere non era contenta, aveva raccolto troppo poco per come stava sciando in quel momento. Pochi giorni prima eravamo in allenamento con le svizzere, per carità senza Holdener e Rast, ma era davanti mediamente un secondo, un secondo e due decimi a tutte. Il riferimento era comunque molto buono. Con lei speriamo di ripartire dagli aspetti positivi che comunque non sono pochi».

Della Mea più gigantista o slalomista?   

«A Lara piace sicuramente fare gigante. Lei è estrosa, molto istintiva, fisicamente forse è quasi più gigantista, brevilinea. In slalom non va bene su tutti i terreni, ogni tanto si perde e fa un po’ più fatica a farlo. In gigante è sempre entusiasta, le piace di più, diciamo. Ma a mio parere se sta bene, e nella scorsa stagione ha fatto un intero percorso senza essere mai al 100%, può puntare tranquillamente a entrambe le discipline, visto il livello che ha raggiunto». 

Lara Della Mea
Lara Della Mea ©Zoom

Mondinelli dopo un infortunio quanto meno ha trovato i primi punti in Coppa…

«L’aspetto positivo è che le ragazze più giovani, Sola, Mondinelli e Collomb, hanno fatto punti o comunque ottenuto qualificazioni alle seconde manche ed era da un po’ che non succedeva con tre atlete, quelle più futuribili. Giorgia ha nelle corde sia il gigante sia lo slalom, scia allo stesso modo, con tempismi diversi ovviamente, in entrambe le discipline. Deve riempire un po’ di pezzi, come le è riuscito a inizio stagione e non nella parte centrale, anche perché è stata influenzata a lungo e quindi debilitata in quella fase della Coppa. A un certo punto si è un po’ persa lei, magari mettendosi addosso troppa pressione da sola, ma può capitare. All’inizio le veniva tutto facile perché attaccava e andava. Quando ha iniziato magari a pensare “ah, però, ce la posso fare, ci sono, ecc. ecc.”, ecco che ha patito un po’ di più. Cose che possono succedere, è giovanissima. Ed è molto vicina comunque alle prime 30 della start list di gigante. Caratterialmente Collomb resta tenace, sicuramente. I paragoni con Lara Colturi non ci stanno però, perché è come se Lara avesse tre anni di esperienza in più, pur essendo sua coetanea».

 

Giorgia Collomb ©Pentaphoto

Sola?

«E’ in ripresa, ma rispetto a un “crociato classico”, mettiamola così, dovrà prendersela un po’ più comoda dato il suo infortunio, probabilmente ci vorranno 8 mesi per lei per rientrare, ha i menischi che non sono perfettamente a posto. Ci vorrà pazienza, partirà più in là con gli allenamenti, magari a fine settembre o ai primi di ottobre. Ma per una slalomista non è un problema insormontabile secondo me, ha tempo per arrivare bene anche a Levi».

Mathiou?

«E’ migliorata in slalom, ma in questo momento sta meglio in gigante, non c’è dubbio. Può far bene tra le porte larghe. In generale, comunque, il gruppo che si è formato in slalom nelle ultime tre stagioni è competitivo e ha alzato un po’ il livello rispetto a poco tempo prima, quando magari c’era solo Peterlini a fare risultato. Le giovani che tirano e spingono da dietro aiutano anche le atlete più esperte a crescere». 

 

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