«Che bellooo!». Sono le primissime parole di Beatrice Sola che racconta già molto del suo ritorno sugli sci. Si era lesionata il menisco e rotta il legamento crociato del ginocchio destro lo scorso dicembre e a distanza di 9 mesi è ritornata in pista. Due giorni al Passo dello Stelvio per la ventiduenne trentina, atleta delle Fiamme Oro e del gruppo discipline tecniche di Coppa del Mondo.
Beatrice, come stai?
«Veramente bene, ho trascorso anche io dei mesi difficili perché l’infortunio non è mai bello. Sono però contenta perché il ritorno sugli sci è stato un processo naturale, arrivato al momento giusto, non è stato rincorso o forzato».
Come ti sei sentita sulla neve?
«Come se nulla fosse successo, normale come quando non ero infortunata: una gran bella soddisfazione dopo i tanti mesi di duro lavoro. Il sacrificio è stato ripagato».
E a livello emotivo?
«Una forte emozione i giorni precedenti al mio ritorno in pista. Il ritorno sulla neve è sempre stato il mio grande obiettivo e motivo di sprono. Dopo questi mesi trascorsi a fare fisioterapia, arrivare finalmente a quel giorno è stato un piccolo sogno avverato. Appena tornata sugli sci, ho percepito inevitabilmente un po’ di timore. Il ritorno sulla neve ».

E poi?
«Ho fatto quattro curve a spazzaneve, mi sono sentita bene e sono partita, sciando ovviamente in modo blando e in campo libero. Mi sono però fidata subito».
Come hai lavorato in questi mesi?
«Il primo, avendo le stampelle, ho deciso di iniziare la fisioterpaia vicino a casa (vive a Trento, ndr), poi mi sono trasferita ad Asti, per lavorare in Hasta Fisio da Roberto Manzoni. Ho avuto modo di curare bene ogni aspetto: mentale, alimentare, fisico e personale. E anche di portarmi avanti con l’università».
E il ritorno sulla neve?
«Sono andata allo Stelvio con Ugo Giongo, è il mio storico allenatore, fin da quando ero piccola. Mi conosce molto bene e ha continuato a seguirmi, anche se un po’ più a distanza in questi anni di squadra. C’era lui anche il giorno in cui mi sono fatta male».
C’è stato un momento difficile?
«Non è sempre stato facile in questi nove mesi, ma li ho vissuti particolarmente bene: arrivavo da stagioni difficili e ne ho approfittato per lavorare molto mentalmente e conoscere meglio me stessa. Poi certo qualche periodo no c’è stato: ho rischiato una seconda operazione».
In che senso su te stessa?
«Ho deciso di trasferirmi e stare lontana da casa, stravolgere le mie routine e far crescere e scoprire la “Tite” ventiduenne fuori dallo sci. Ho avuto modo di creare amicizie forti ad Asti e vivere un po’ la vita “normale” che noi sciatori non abbiamo mai potuto fare. È stato quindi un periodo di fondamentale importanza. Nel male, ho cercato di trarre il positivo da questo percorso».

Quali sono i tuoi futuri programmi?
«Ho deciso già tempo fa di non volare in Argentina: non volevo avere delle date fisse, vivendo invece la naturale evoluzione delle cose. Rimango quindi a casa, alternando lavoro a secco a due giornate la settimana sugli sci. Sarò seguita sempre da Ugo con il supporto delle Fiamme Oro e da Davide Brignone che attende il rientro di Federica. Farò base tra Stelvio e Val Senales».
Hai avuto modo di sentire Federica Brignone?
«Abbiamo condiviso tantissimo in questo periodo e ho avuto la possibilità di conoscere meglio la persona e la tigre. Una campionessa, una donna molto umile, pronta a darti consigli: è stata una fortuna nella sfortuna. Essendo vicine (Brignone ha lavorato al JMedical di Torino, ndr) abbiamo organizzato cene di continuo. Una volta io a Torino da lei, l’altra Federica ad Asti da me e tanto altro insieme».
È ancora presto per parlare di obiettivi?
«Non ho una gara specifica, voglio dare importanza al mio corpo e ripartirò dalla Coppa Europa. Tornerò in Coppa del Mondo quando potrò essere performante: andare lì per arrivare quarantesima, non è il mio obiettivo e non mi interessa. Non correrò dietro ai calendari. Intanto ci tengo a ringraziare di cuore i miei sponsor e tutte le persone che ci sono state in questi mesi e che mi hanno permesso di crescere e tornare a fare ciò che amo».




