Sci Club Lecco, Riva e Dei Cas: «Diamo a tutti le stesse opportunità»

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Durante una recente trasferta sullo Stelvio, abbiamo fatto due chiacchiere con Carlo Riva, coordinatore Giovani dello Sci Club Lecco, e con Pierfrancesco Dei Cas, allenatore sempre della categoria Giovani del Lecco.

Da poche settimane premiato come miglior società civile d’Italia, il Lecco è una delle poche realtà in Italia che fa fare attività agonistica a tanti Giovani: saranno 28 nella stagione 2025-2026. Con Riva e Dei Cas, due figure storiche dello sci giovanile lombardo, abbiamo parlato delle peculiarità del loro sci club, di come si allena il talento e di tanto altro.

Riva e Dei Cas presentano le attività del Lecco

Carlo Riva, coordinatore Giovani dello Sci Club Lecco: «Faccio parte dell’arredamento ormai. Ho iniziato con 5/6 atleti, all’inizio è stata molto difficile. Da Lecco ci siamo spostati sulla Valmalenco, a Caspoggio, e li ho conosciuto il mio mentore, Presazzi. Quando ho cominciato ero un novello, anche se sono stato in squadra nazionale e istruttore nazionale. Mi mancava la parte politica, e adesso sono anche consigliere nel Comitato Alpi Centrali».

Pierfrancesco Dei Cas è al Lecco dal 2007. È di Bormio, maestro dal 1992 e ha allenato un po’ in zona prima di passare al Lecco. Da anni lavorano con il presidente Arturo Luca Montanelli e il vice Pietro Brivio, e col preparatore Pietro Migliazza. Con loro ha cominciato anche Dino Tenderini, premanese che da alcuni mesi ha iniziato a lavorare nello staff della Nazionale italiana maschile di calcio.

Davide Cazzaniga e Carlo Riva dello Sci Club Lecco, nel dicembre 2015
Davide Cazzaniga e Carlo Riva, nel dicembre 2015

Riva: «Il programma dei nostri Giovani è suddivisibile in tre step. C’è un programma estivo, che va da quando finisce la scuola a quando ricomincia, con date fisse. Sci e atletica vanno a braccetto: facciamo sia tecnica di sci che ritiri al mare. Ci siamo accorti che dare un programma a ragazzi così giovani e non seguirli non serve a nulla. Poi c’è il programma autunno, che va dall’inizio della scuola a inizio gare. E infine il programma invernale, nel quale è incluso tutto il periodo delle gare, che è quasi da organizzare di settimana in settimana in base alle esigenze di ognuno».

Dei Cas: «Riusciamo ancora a lavorare a livello collegiale, che è molto importante soprattutto per i più piccoli. E lo facciamo con tutti i Giovani, sia che arrivino da Bormio, che da Lecco e Milano, ovvero da dove arrivano i nostri ragazzi».

Numeri e qualità: la stagione 2025-2026 del Lecco

Nella stagione 2025-2026, il Lecco avrà una squadra di 28 Giovani. Dei Cas: «Siamo in controtendenza. Sono poche, ultimamente, le realtà che riescono ancora a gestire numeri grossi nella categoria Giovani. La tendenza è quella di creare mini-gruppi, team privati. Noi siamo 6 allenatori sulla neve più 4 preparatori atletici. La spesa per i ragazzi è significativa: non dobbiamo nasconderci dietro un dito, lo sci costa. Ma la nostra offerta è ancora accessibile».

«E nella nostra quota c’è dentro tutto – dice sempre Riva – la preparazione atletica, il trasporto, le spese degli allenatori, la preparazione dei materiali, che è garantita. Per quest’ultima abbiamo affittato un locale a Bormio, adibito a ski room, che è diventato un po’ il nostro punto di ritrovo».

A differenza di molti altri sci club, continua Riva, «per noi non esiste quello più bravo o quello meno bravo. Diamo a tutti le stesse opportunità. Abbiamo 28 Giovani: si tratta di 28 realtà diverse».

Il Lecco si allena sia allo Stelvio che a Diavolezza, poi anche a Livigno, Santa Caterina, Bormio: «Non ci dobbiamo spostare tantissimo, e questa è una fortuna» dicono Riva e Dei Cas. La scorsa stagione, i Giovani del Lecco che hanno fatto più giorni di sci ne hanno fatti 230 tra viaggi e gare. Chi ne ha fatte di meno, 120. «In tutto e per tutto sono seguiti dallo sci club. Che vadano col Comitato o meno, un allenatore nostro c’è sempre».

Lead by example: il metodo Lecco dell’allenare i talenti

Uno dei punti di forza del Lecco è avere sempre giovani che si trovano davanti esempi virtuosi. In tal modo, i più giovani «crescono di anno in anno e i più esperti aumentano il proprio livello per non farsi scalzare. Si crea un circolo virtuoso». Dei Cas ricorda che Tommaso Sala trasse molto giovamento dal lavorare «col Mich Tentori, che ora allena in Comitato. Tentori a sua volta ebbe la fortuna di allenarsi con Ivan Codega, Davide Cazzaniga, Giulio Castoldi. Questo ricambio generazionale ti dà sempre un riferimento e toglie la pressione ai meno esperti».

Tommaso Sala
Tommaso Sala

Alcuni grossi nomi passati dal Lecco negli anni sono Tommaso Sala, Nicolò Molteni, Roberta Melesi, Andrea Bertoldini, Davide Cazzaniga. «Abbiamo la fortuna che vengono ancora con noi quando hanno bisogno. Se uno si infortuna o hanno necessità di far qualche giorno di sci, le nostre porte sono sempre aperte. Negli ultimi anni siamo diventati un “punto d’attrazione” per chi arriva da sci club più piccoli che non riescono a seguire la categoria Giovani» racconta Dei Cas.

In un mondo sempre più estremo e specializzato, il Lecco mantiene un approccio diverso. «Fin quando riusciremo a farlo» dicono con un sorriso Dei Cas e Riva. Anche per loro, infatti, sta diventando, «sempre più difficile e costoso. Anni fa non c’era mai nessun problema per trovare le piste d’allenamento, oggi dobbiamo pagare quasi dappertutto, oltre allo skipass. A chi vuole venire a sciare con noi spieghiamo sempre che facciamo il passo per quanto è lunga la nostra gamba, non di più».

Gestire l’impatto con la nuova categoria

Il passaggio tra la categoria Children e la categoria Giovani è tra i più delicati nelle giovani carriere degli atleti ancora adolescenti. L’impatto, soprattutto per i maschi, è enorme: «Alcuni 16enni pesano ancora 50 kg, e possono trovarsi contro gente di 120 kg» dice Dei Cas.

La grossa differenza, sostengono Riva e Dei Cas, riguarda la tipologia di gara. «Se prima funziona tutto in base alle qualifiche (per cui tutti partecipano ai provinciali, se ti qualifichi vai ai regionali, se ti qualifichi vai ai nazionali), nel mondo Giovani a tutte le gare – dalle più piccole in su – puoi trovare gente di tutto il mondo e di tutti i livelli. Quando arrivi parti da zero, sei più piccolo e meno maturo, e vai comunque a scontrarti con gente di 4/5 anni più grande che magari fa già Coppa Europa e parte 120 numeri prima».

Winch Tondale (responsabile Children) e Nicolò Asnaghi (atleta classe 2010) del Lecco
Winch Tondale (responsabile Children) e Nicolò Asnaghi (atleta classe 2010) del Lecco

Il segreto del Lecco, secondo Riva e Dei Cas

Secondo Riva e Dei Cas, non si improvvisa nulla. «Siamo fortunati perché abbiamo ragazzi bravi. Andiamo molto d’accordo tra noi, siamo una grande famiglia. Io sono uno dei più vecchi, però ci sono tanti stimoli» dicono entrambi.

Riva per esempio abita a Gussago, in provincia di Brescia, ma non gli pesa fare avanti-e-indietro con Bormio «perché è come se stessi andando a trovare degli amici. Ieri sera abbiamo fatto una castagnata tutti assieme».

Ogni anno, a fine stagione, il Lecco fa una riunione coi propri Giovani. Sempre Dei Cas e Riva: «Ognuno di loro ci dice com’è andata e quali cose si possono migliorare. Abbiamo visto che le loro idee sono spesso ottime. È un insieme: siamo una famiglia che si siede al tavolo e decide le strategie».

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