Metti una gara Fis in pandemia. La parola a Truddaiu

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Lo abbiamo detto e scritto. La prima cosa che è venuta subito all’occhio alle gare di Solda è stato quell’entusiasmo di esserci ancora, quella voglia di agonismo, quel ritrovarsi ancora per confrontarsi, quel vivere gli attimi della gara e la giornata scandita dalla quotidianità di chi gareggia, di chi allena, di chi organizza e anche di chi racconta. Quattro giorni di gare in Val Venosta, otto fra uomini e donne. Un volume considerevole, una qualità significativa in azione fra italiani e stranieri al via. E in cabina di regia lo Sci Club Livata e la Federazione Italiana Sport Invernali. Abbiamo chiesto ad Andrea Truddaiu, per l’occasione direttore di gara e fra i diversi incarichi referente per la Fisi per il rispetto delle misure Covid, un bilancio della rassegna e poi gli accorgimenti messi in atto.

NECESSITA’ DI DARE UN SEGNALE – Eccolo il tecnico romano: «Prima cosa, la più importante. Avevamo necessità di tornare a gareggiare, di dare un segnale di saper mettere in piedi eventi internazionali con le dovute precauzioni derivanti da questo momento estremante particolare. Prima delle gare c’è stata una importante discussione fra la provincia autonoma di Bolzano, gli impiantisti e il presidente Fisi Flavio Roda per dare un via libero definitivo. Abbiamo lavorato affinché queste gare si potessero svolgere, era importante dimostrare di essere in vita come movimento per i nostri ragazzi, per le nostre società e anche per le federazioni straniere che sono accorse numerose a Solda».

PETTORALI TAKE A WAY E SANIFICATI IN LAVATRICE – Le riunioni pre gara per la prima volta sono state fatte da remoto. Alle 17 il collegamento con i tecnici stranieri, alle 18 con quelli italiani. Anche l’estrazione effettuata on line. «Poi la consegna dei pettorali è stata svolta con estrema attenzione. Appena all’interno dell’albergo Cevedale, il nostro quartier generale, gli allenatori entravano uno alla volta a ritirare i pettorali. Arrivavano alla spicciolata, una consegna take a way per le norme anti assembramento». Anche le premiazioni sono saltate e i trofei consegnati al pomeriggio alla consegna pettorali. «Importante sottolineare che ogni pomeriggio tutti i pettorali venivano messi in lavatrice e in questo modo sanificati».

NUMERI CONTINGENTATI IN FUNIVIA – Al mattino due funivie. Le prime utilizzate dagli staff tecnici. Per attuare il distanziamento necessario poi alle sette salivano i primi cinquanta partenti, poi altri cinquanta alla volta ogni quarto d’ora. «Dovevamo fare attenzione a questo aspetto, c’è stata la collaborazione di tutti. E prima di entrare in funivia la febbre veniva provata. Anche in partenza un giudice aveva in tasca il termometro all’occorrenza».

START AREA – In partenza due zone. Una più ampia all’arrivo della seggiovia che serviva la pista di gara Madriccio 2 dove si svolgeva gran parte del riscaldamento. Poi una start area più ristretta e delimitata dove si entrava pochi attimi prima di partire assistiti sempre da tecnici in mascherina. Il tempo per permettere agli allenatori di pulire gli scarponi dalla neve, collegarsi via radio, dare le ultime indicazioni ai ragazzi. Rifugi blindati in quota, anche se aperti per usufruire delle toilette. Tuttavia l’organizzazione ha pensato a portare acqua e qualche snack per dare comunque un servizio. Insomma, il calendario Fis italiano è partito. Fra accortezze, norme, regole. «A conti fatti ora c’è sicuramente soddisfazione per quello che tutti insieme siamo riusciti a mettere in piedi e la speranza di poter continuare l’attività», chiude Truddaiu.

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