La Stelvio è una lastra di ghiaccio da cima in fondo. 3270 metri che spezzano i quadricipiti, una picchiata tremenda, un scarica di adrenalina. La Stelvio questa mattina durante la ricognizione è più lucida che mai. Mette paura, incute timore. I ragazzi hanno una faccia diversa dal solito mentre studiano il tracciato, memorizzano le linee, e probabilmente fanno gli scongiuri pensando a quando proveranno ad attaccarlo. Proveranno certo, perché sciare alla perfezione oggi sarà impossibile. La Stelvio forse più ghiacciata ed esigente di sempre, con la poca neve che esalta le asperità del terreno, le rughe della natura, le onde di questi alpeggi gelati. Tremenda dal primo all’ultimo centimetro, da La Rocca a Feleit, difficoltà che si susseguono a ripetizione, come la partenza ripidissima che ti fa quasi cadere nel vuoto o la diagonale della Carcentina che fa sbattere le ginocchia sul viso talmente è un continuo sobbalzare sulle pieghe del terreno. O invece come l’infinito salto di San Pietro che ti sbilancia anche solo con un soffio impercettibile di vento. La Stelvio ti ammazza dalla partenza all’arrivo, anzi, proprio il finale che sembra anonimo è il più temuto dai ragazzi. Ti sfinisce con quei dossi continui, quei curvoni che ti fanno infiammare le gambe.
E saranno otto gli azzurri in cerca di gloria su sua maestà Stelvio: Christof Innerhofer, Dominik Paris, Emanuele Buzzi, Mattia Casse, Matteo Marsaglia, Werner Heel, Davide Cazzaniga, Federico Paini. Partenza ore 11.30.
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