LIVE – Heel: «La passione mi fa lottare, anche se a volte mi sono sentito abbandonato»

La prima prova sulla Saslong è stata un segnale. Diciassettesimo ieri, oggi invece prestazione meno brillante. Sabato in Val Gardena la terza discesa della stagione, Werner Heel cerca il colpaccio dell’ennesima resurrezione. Un’altra battaglia per il roccioso trentaseienne della Val Passiria, dopo la passata stagione in cui attraverso la Coppa Europa ha staccato il pass per partecipare di diritto a tutte le discese di Coppa del Mondo quest’inverno. Una vita in picchiata, a tutta, sui salti e gli schuss in giro per il mondo. La prima gara di Coppa del Mondo nel dicembre 2001 a Bormio: 17 anni fa. Olimpiadi nel 2010 in Canada e nel 2014 in Russia, con quei maledetti due centesimi di troppo nel superG di Whistler. Cinque Mondiali, con un settimo posto in discesa in Val d’sere 2009 e l’ottavo in superG a Garmisch 2011. E in Coppa del Mondo quarantuno top ten, dieci podi e tre trionfi: Kvifjell discesa stagione 2007/2008, Val Gardena superG 2008/2009 e Aare superG 2008/2009. Una carriera di successi certo ma anche di periodi difficili, di crisi, di errori. Non solo altare, ma anche polvere. Werner c’è ancora, lotta e non molla.

IL PUNTO DI WERNER – E ci fa sapere Heel: «Ho alle spalle tanti anni, gare, esperienze di vita e quindi non solo agonistiche. Ho fatto cose egregie, ma anche tanti errori come alcuni cambiamenti di materiale. Ho cercato sempre di lavorare ed impegnarmi, la passione mi fa lottate e aeesere ancora qua. Aspetto un segnale sabato, servirebbe proprio. Purtroppo a Lake Louise ho preso vento, a Beaver Creek non ero preparato per un pendio del genere dal momento che ho fatto poco allenamento in discesa». Werner quest’anno è stato inserito fra i cosiddetti ‘atleti di interesse nazionale’. Continua Wernerone: «Certamente mi manca il periodo sudamericano di allenamento con la squadra azzurra, adesso però guardo avanti. L’anno scorso ho voluto fare un passo indietro e buttarmi nel circuito continentale perchè ero messo male con i punti FIS e partivo in Coppa del Mondo con un numero troppo alto. E poi certo, a quel punto per puntare anche al posto fisso. Ora sono al via intorno al 40, meglio sicuramente… Non mollo certamente, ho ancora delle soddisfazioni da togliermi. Sono concentrato, determinato e la passione è immensa. Anche se a volte mi sono sentito abbandonato…».

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