Thaler, esempio e monito per il movimento giovanile

Eterno e infinito. Patrick Thaler va avanti, non si ferma, continua la sua avventura in Coppa del Mondo. Nel 2018, la sua ultima stagione agonistica, quella olimpica, l’instancabile ’nonno di Sarntal’ sarà nel quarantesimo anno di età. Longevo, sempreverde, guerriero indomabile, inesauribile lottatore. E’ l’esempio, è il monito.

Esulta Patrick Thaler ©Agence Zoom

LA NUOVA SFIDA CON ATOMIC – Thali, fresco del nuovo contratto con Atomic e al rientro con la famiglia da una vacanza a Furteventura, è ancora fra i migliori interpreti dello slalom internazionale e alle ultime finali della massima serie in Colorado ha preso regolarmente il via dopo essersi qualificato. E’ sempre lì davanti a primeggiare, ad attaccare e a giocare con i decimi confrontandosi con i primi della classe. Thaler, avere quarant’anni ed essere in netto contrasto (ideale) con la linea di tendenza dello sci italiano. Guardiamo la base, i club dagli Alpi agli Appennini.

Thaler Atomic
Patrick Thaler con i materiali Atomic

MENO NUMERI NEI GIOVANI E MONDO SENIOR IN CRISI – I numeri sono in calo nelle categorie Giovani, anche se questa stagione l’emorragia sembra essersi bloccata. Numeri buoni a livello Children, ottimi con i Pulcini. Ma non basta. C’è una necessità di allungare la vita dei nostri atleti, troppo spesso lasciano perdere e la categoria Giovani sembra sempre più una riserva indiana e con i Senior ridotti ad uno sparuto gruppo di inossidabili atleti visti come appestati. Questa dovrebbe essere la linea guida della FISI, a maggior ragione della STF (la Scuola Tecnici Federali). Nulla togliere ai vivai delle nostre società, anzi, ma non si capisce come mai non si cerca di investire forze ed energie per rafforzare il mondo Giovani&Senior.

CAMBIO DI MENTALITA’ – Trovare circuiti alternativi, valorizzare ancora maggiormente le FIS CITT, promuovere una rete importante di gare FISI e promozionali. Ridicolo limitare l’attività giovanile al Gran Premio Italia. Serve un cambio di cultura, di mentalità. Non si scia nei Giovani solo per arrivare in squadra nazionale C (che poi non assicura sempre un futuro), ma per continuare a fare questo bellissimo sport a priori, senza illudersi o senza tirare i remi in barca alla prima delusione. Fra l’altro, per un allenatore è probabile sia più gratificante dal punto di vista tecnico seguire un ventenne rispetto ad un bambino delle elementari? Forse, probabilmente si. E’ necessario fermarsi a riflettere: si sfornano tecnici ma ci sono sempre meno Giovani. E basta per favore dare dei vecchi e degli anziani a dei ventenni. Troppe volte in pista si sente questa litania triste e soprattutto scorretta. Thaler intanto, forte dei suoi 40 anni e della sua classe (ma ci sono anche le splendide vittorie di Peter Fill e Manfred Moelgg), è lì a dimostrare che non bisogna mollare e che i risultati possono arrivare. Speriamo che tanti ’96 oggi ancora indecisi, possano fortificarsi dalla decisione di Thali di andare avanti ancora. La lezione di Patrick è sotto gli occhi di tutti: l’età è spesso solamente uno stato mentale ed inoltre non bisogna mai scoraggiarsi e ascoltare le cornacchie e le malelingue che scoraggiano il volersi mettersi ancora in gioco. La carriera di Thaler è piena di rinascite e resurrezioni. Di momenti difficili ma anche di ripartente sfavillanti a suon di podi in Coppa del Mondo. Seguiamo gli esempi dei Thaler, dei Fill e dei Moelgg e di chi non ha mai mollato..

Razzoli, Gross, Moelgg e Thaler @Gabriele Pezzaglia

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