«Tutti dicono che ha sempre sciato in Austria, ma lei ha davvero iniziato in Lettonia». Così precisa subito Simone Calissano, parlando di Dzenifera Germane, visto che il tecnico piemontese dall’ultima stagione segue la ventunenne lettone con l’Apex2100 International Ski Academy. È stata un po’ la grande sorpresa di quest’inverno: tre top ten in Coppa del Mondo, due vittorie in Coppa Europa, ma soprattutto la medaglia d’oro ai Mondiali Junior. Sempre in slalom. D’altronde in Lettonia di stazioni di sci, almeno come le intendiamo noi, non ce sono. Ma in famiglia lo sci era una passione, con mamma Ulla Lodzinja che era approdata in Coppa del Mondo con i colori dell’allora Unione Sovietica, arrivando anche a un passo dal podio, quarta nel superG di Steamboat Springs, dopo il bronzo in discesa ai Mondiali Junior del 1988 a Madonna di Campiglio.
Primi passi sulla collina di casa di Valmiera, prime discese vere a Sigulda. Le potenzialità ci sono, allora si trasferisce in Austria, passa poi anche in Italia al Kronplatz Racing Center, prima di approdare all’Apex2100 International Ski Academy. Da Tignes il grancapo Sasha Rearick punta su Simone Calissano come guida di Germane, forte anche della sua esperienza con le slalomiste britanniche (con lui Charlie Guest ha ottenuto il tredicesimo posto a Schladming in Coppa del Mondo a gennaio del 2022), oltre ad essere direttore di pista e responsabile dello ski team locale a Wanaka, in Nuova Zelanda.
Proprio oltre oceano parte la loro avventura. «Sasha mi ha dato carta bianca – racconta Simone – e Jenny si è fidata: ci siamo allenati in Nuova Zelanda, poi a causa di un piccolo infortunio la parte autunnale è andata un po’ con il contagocce. Siamo poi, però, riusciti ad allenarci con continuità a Pozza, grazie all’appoggio della Val di Fassa che ci ha sostenuto nel nostro progetto. A fine dicembre in Coppa del Mondo a Lienz, su una pista che non conosceva, è riuscita ad andare a punti. Mi son detto, ok siamo sulla strada giusta, ma ammetto, i risultati che ha ottenuto dopo non me li aspettavo». In sequenza dodicesima in Coppa del Mondo a Kranjska Gora, due vittorie in Coppa Europa a Zell am See, ottava in Coppa del Mondo a Flachau e Jasna, la medaglia d’oro ai Mondiali Junior ad Avoriaz, per chiudere la stagione con l’ottavo posto in Coppa del Mondo ad Are e il quattordicesimo alla Finali di Saalbach. «C’è piede e fisico (è alta 180 cm), ma la sua forza è anche a livello mentale, quasi sorprendente per la sua età sia nell’approccio alla gara, sia quando le cose non vanno come previsto».
Adesso l’attesa per la prossima stagione. Un po’ di test del materiale, in attesa dell’arrivo di uno skiman a tempo pieno (nell’ultimo inverno erano Simone e la stessa Dzenifera a preparare gli sci…), poi tanta preparazione atletica nel centro olimpico di Riga, prima della nuova trasferta in Nuova Zelanda da agosto, dove nel programma ci sarà anche il gigante accanto allo slalom.
«La Federazione e il Comitato olimpico si godono il momento, ci sostengono, ma ovviamente nessuna pressione: certo la speranza è quella che con i risultati e la visibilità di Jenny ci sia una crescita di tutto il movimento». Simone è già in viaggio per la Nuova Zelanda, in attesa di Dzenifera, in attesa soprattutto della nuova stagione. «Nessun proclama, per carità, testa bassa a lavorare senza montarci la testa, ma si sa, l’appetito vien mangiando…».