Diverse ore prima dell’inizio della Coppa del Mondo a Bormio, su una pista distante qualche decina di metri c’è già movimento. Si stanno allenando, condividendo la pista “Ermellini”, l’Anzi Ski Team e il Supersci Milano.
«Ciao Sofia, e allora, come stai? Hai già fatto una discesa?» chiede Nicolò Sertorelli a una delle ragazze che allena, di prima mattina a Bormio 2000. D’altronde, come ammette Sertorelli, la sveglia suona sempre presto. «Nelle giornate comuni, prendiamo i primi impianti alle 8, 8:30». Sabato, però, il programma mattutino prevedeva una fine anticipata: «Smettiamo mezz’ora prima e poi tutti a vedere la Coppa del Mondo».
Ora che ospitare una tappa del massimo circuito mondiale dello sci è diventata quasi un’abitudine per Bormio, Sertorelli vede «la luce negli occhi» specialmente ai più giovani. Un settore della celeberrima “Stelvio”, una diagonale di 300 metri denominata “canalino Sertorelli”, è dedicato al fratello del nonno di Nicolò, Giacinto, la prima medaglia italiana ai Mondiali di sci alpino. “Cinto” Sertorelli morì solo due anni dopo quell’impresa, nel 1938, durante una discesa libera a Garmisch.
Intanto bambine e bambini, atleti di svariate età, si susseguono tra i pali stretti. «I ragazzi che sono qua hanno dai 12 ai 15 anni, ma abbiamo anche children, superbaby e giovani fino ai 20 anni. Abbiamo circa 80 ragazzi, infatti mancano sempre pulmini» dice con un sorriso. «Le prime gare per noi quest’anno saranno, il 12 gennaio, a Chiesa Valmalenco, e poi faremo altre gare specialmente tra qui, Livigno, Madesimo, Santa Caterina Valfurva, Tonale. A gennaio andremo anche all’Aprica a gareggiare».
A qualche metro di distanza, un maestro della Sertorelli ha colto le difficoltà di una sua atleta. «Chiara, hai paura a prendere le triple?» le chiede. «Sì, perché poi mi incarto» risponde lei titubante. Il tecnico, quindi, la chiama e le spiega movimenti di braccia e gambe per entrare al meglio nelle porte strette.
Sull’altro lato della pista, si allena l’Anzi Ski Team. «Michi, come hai fatto a vedere quel sasso?» chiede stupefatta una bambina a Michela Azzola, sua istruttrice. Sono passati quasi undici anni da quando Azzola arrivò 11esima in Coppa del Mondo, il suo miglior risultato di sempre, proprio a Bormio, in uno slalom. Da poche settimane Azzola ha iniziato a dare consigli, incoraggiare e sostenere i bambini dell’Anzi Ski Team: «Sono convinta del fatto che la cosa più importante per i ragazzini sia divertirsi. Ho ricordi stupendi di quando ero in sci club e la passione poi ti fa andare avanti, ti fa venire voglia di stare sulla neve. A questa età il divertimento è la cosa principale».
A capo dell’Anzi Ski Team, Michele Anzi è figlio di Aldo, il cui fratello Stefano fu il primo italiano a vincere in discesa libera in Coppa del Mondo, nel 1971. Grazie ad Aldo e Stefano, dice Michele, è nato l’Anzi Ski Team: «Tutti i ragazzi provengono da Milano e provincia, e poi Lecco, Pavia, qualcuno di Sondrio. Si rivolge soprattutto alle famiglie che hanno una seconda casa qui a Bormio. Lo sci club cresce ogni anno come numeri e risultati: siamo riusciti a portare ragazzi alle finali nazionali, e sono soddisfazioni».
Gran parte dei collaboratori di Michele Anzi sono donne: oltre a Michela Azzola, Anzi cita Emilia Spiller, Ambra Picenni e Benedetta Sosio. Anzi concorda col fatto che «la base sia il divertimento. Se non ti diverti, come ha detto ieri sera Odermatt all’estrazione pettorali, non vai avanti. Quindi per i ragazzi dev’essere prima di tutto questo». A volte Anzi assume il ruolo del «maestro cattivo», dice scherzando, ma afferma che lo sci club deve avere una sfumatura diversa da una scuola sci. «Chi va alla scuola sci è accompagnato dal maestro e molto aiutato. Chi fa uno sci club dev’essere un po’ più bravo ad autogestirsi e fare alcune cose – come prendere la seggiovia da solo – in autonomia».
Ai suoi children che fanno gigante, la voce calda e decisa di Michele Anzi ragguaglia: «Qua non spingiamo eh!», oppure: «Le linee, le linee! Vanno alzate le linee!». È una bella collaborazione quella tra l’Anzi e il Sertorelli, conferma Michele: a guardare la pista, non si può che dargli ragione. Ci saranno 50 ragazzi e ragazze, di tante età diverse, che si allenano: ancora per un po’, l’importante sarà divertirsi.