Amedeo Reale, presidente dello sci club 18 Cortina, entra nel dibattito lanciato da raceskimagazine.it sul tema dell’agonismo dei più piccoli. Il dirigente di Roma, atleta della categoria Master della formazione diciottina, ci fa sapere: «In merito al tema dell’esasperazione della categoria Pulcini mi aggancio agli articoli usciti precedentemente. Sostengo che i ragazzini debbano fare altri sport, si alla multidisciplinarietà come nella cultura sportiva e sociale norvegese e più in generale scandinava e anche in quella svizzera. Fino a 12-13 lo sci è un di più, è un gioco. Le gare vere arrivano dai 14 anni a seguire. Gare nazionali da non fare? Forse meno certamente, ma non è quello il punto, o meglio non è solo quella la questione. Magari fare meno attività in ghiacciaio, non si può fare un mese di sci estivo da Baby e Cuccioli. E’ un problema il fatto che gli allenatori non lavorano in quel periodo? Bisogna trovare altre soluzioni e mediare ogni elemento di esasperazione come anche qualche caso di estremismo che proviene dalle famiglie».
Continua Reale che afferma che a questo punto entra in gioco la figura del presidente di sci club: «Il presidente deve essere un maestro di sport, indirizzare i programmi di allenamento e l’organizzazione in generale. I presidenti devono scendere in campo per preservare i valori del bambino e fare vivere meglio il loro presente nell’età della pre-adolescenza. Preservarli, per poi indirizzarli ad accelerare l’attività dalla categoria Children. Plasmarli insomma per il futuro. Stressare, esasperare significa fornire troppe paia di sci e mettere a disposizione allenatori, preparatori, consulenti. Che senso ha da così piccoli? Quando il gioco si fa duro, allora si entra in gioco. Non prima, ma inizare da Children per poi arrivare al mondo Fis». Poche parole, ma chiare, nette, precise. Condivisibili.




