Milano Ski Team partecipa al progetto del Liceo Sportivo Cloe Giani

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A Milano è nata un’eccellenza che vuole aiutare i ragazzi che praticano attività sportiva di alto livello e che quindi devono fare fronte a molti giorni di assenza, e Milano Ski Team ha aderito subito a questa iniziativa inaugurata a fine maggio. L’Istituto Cloe Giani è la scuola per gli Sportivi, nata per garantire la preparazione di un buon liceo senza rinunciare ad un’intensa attività sportiva ed alle competizioni.

«Tutto è nato da un’intento di progettualità – spiega Andrea Fontanella -, da una visione di scuola dinamica che parla con gli atleti e gli allenatori. Questo Liceo, il Liceo Scientifico Sportivo Cloe Giani, nasce dall’iniziativa di Stefania Giavazzi, professore universitario in materie giuridiche e mamma di Cloe Giani, giovane promessa del tennis mancata nel giugno 2021, alla quale questa scuola è dedicata. Il progetto prende avvio nel 2022 con il desiderio di creare la scuola che la fondatrice avrebbe voluto per sua figlia e che Cloe avrebbe voluto per sé. Due desideri spesso incompatibili, come sanno coloro che praticano sport ad alti livelli. Scuola di alto livello per non precludersi un futuro, e allo stesso tempo consentire di praticare lo sport che i ragazzi amano facendolo nel migliore dei modi».

Come? Riorganizzando i tempi della formazione didattica con meno carico di lavoro a casa e modalità di recupero con un metodo di didattica integrata. Riassunto: alla base c’è un motto Testa e Cuore che era il motto di Cloe Giani: testa come riorganizzazione e flessibilità e cuore come ascolto e accoglienza degli allievi e delle famiglie.

«In questo primo anno noi siamo una delle poche realtà milanesi – ancora Andrea Fontanella -, oltre ad esempio alla blasonata OlImpia basket Milano, ad essere integrata in questo progetto. Le opportunità scolastiche sono interessantissime, ci sono lezioni con telecamere dinamiche e con tutor dedicati. È un progetto che abbiamo condotto noi come sci club, e la parte bella è che non guardano solo all’atleta èlite, ma anche chi in ogni caso si impegna nel suo sport. Noi abbiamo due ragazzi, e speriamo di integrarne degli altri negli anni che verranno. La cosa più importante è che lo sport e la scuola spartiscano degli interessi, altrimenti viaggiamo su binari paralleli che non si incontrano mai».

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