Matteo Marsaglia, un papà ormai a tempo pieno senza più peli sulla lingua

COURCHEVEL – Lo fermano i ragazzini dello sci club di Les Arcs e lui firma autografi, poi salta due barriere per salutare la moglie. Matteo Marsaglia si gode l’ultima gara del suo ultimo Mondiale. Per il ritiro ufficiale c’è ancora un po’ di tempo, le gare negli Stati Uniti, cercando la qualifica per le Finali di Coppa del Mondo, per chiudere in bellezza lì, anche se è già soddisfatto di come è andata la discesa iridata. Poi dirà stop alla sua lunga carriera. Iniziata con un sogno coltivato in famiglia, partendo da Roma verso Sansicario, scegliendo lo sci di papà Andrea (oggi a Courchevel ad assistere alla gara), piuttosto che il tennis di mamma Roberta. Insieme a Franci e per un po’ anche con Neno. Dal quel Mondiale del 2011 a Garmisch a quello di Courchevel del 2023. Con tante soddisfazioni, come sulla Bird of Praey, e anche tanti acciacchi che lo hanno tormentato, con la schiena che chiede pietà. Cadute che fanno un po’ parte del gioco, ma da cui lui sempre si è rialzato, e con il sorriso ha rimesso comunque gli sci ai piedi. Il tutto condito con un po’ di surf (e un po’ di skate) d’estate.

Sempre schietto e sincero nelle sue posizioni, soprattutto adesso che, come dice lui stesso, ha un’età che non hai più peli sulla lingua… E allora il discorso cade quasi subito sull’ultima querelle in casa Italia, e il riferimento è per Innerhofer. «Per una volta che le posizioni erano chiare, con tutti che erano allineati, qualcuno ha creato scompiglio, con una voce fuori dal coro, quando potevamo essere tutti più sereni, noi atleti in primis, ma tutti gli allenatori, per preparare tranquillamente le nostre gare. Non si è mai parlato di selezione, nessuno ormai fa le prime prove a tutta per non prendersi rischi. Alla fine ha voluto anche io fare l’ultimo training al massimo per dimostrare sul campo che se scendi come in gara sei davanti. Ma se lo fai dalla prima, quando tutti partono con il sigaro in bocca, e poi pretendi allora cadi nel ridicolo. Sono scene che non sopporto più, francamente mi hanno stufato».

Ci sarà tempo per un chiarimento nella nuova trasferta statunitense, perchè adesso preferisce spegnere le polemiche e soprattutto godersi il momento, ma Matte guarda al futuro, il suo, oltre a quello dei suoi compagni. «È giusto farsi da parte quando arrivi a una certo punto della vita. Si è fatto un grandissimo lavoro in vista di Milano-Cortina e non solo, ma non bisogna avere fretta, ci vuole tempo in ogni cambio generazionale. Era giusto che i giovani facessero qualche anno con noi per succhiare il più possibile, e per questo e anche per il clima in squadra, ha deciso di continuare. Sono contento dello step che si è fatto in questa direzione in questa ultima stagione. Galli dice che sono un uomo squadra? Mi fa piacere essere considerato una sorta di allenatore in campo perché i giovani possano assorbire il massimo dalla nostra esperienza».

Matteo Marsaglia ©Gabriele Facciotti | Pentaphoto

E per il suo di futuro? «Fare il papà, visto che il secondo figlio è in arrivo, stare a casa e fare le valigie solo per viaggiare con la famiglia. Un bell’anno sabbatico, insomma».
Sì, ma cosa farà Matteo Marsaglia da grande? «Beh, prima di tutto sono consigliere federale. Lo sto facendo seriamente, pur essendo ancora nel pieno dell’attività agonistica, lo farò ancora di più da quando non avrò da pensare a gare e allenamenti. Il mio obiettivo è quello di portare il mio contributo con una voce giovane e dal campo. E non parlo dell’alto livello, dove si sta facendo un lavoro di qualità in tutti i settori, parlo del settore giovanile. Vorrei, nel mio piccolo, cercare di migliorare la cultura sportiva del mondo agonistico. E poi chissà magari allenatore non mi dispiacerebbe, però non subito. Prima di fermo un po’ e prima insegno a sciare ai miei figli».

Matteo Marsaglia ©Agence Zoom

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