Lo ski cross azzurro in difficoltà

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In squadra solo due atleti, Karl Heinz Molling e Massimiliano Iezza

A Vancouver sarà la prima volta dello ski cross in versione disciplina olimpica. Ma qual è lo stato di salute dello ski cross in Italia? «Da noi – spiega il ct azzurro Gianfranco Collinassi – non ha avuto lo sviluppo che tutti si attendevano. Anzi. Lo ski cross fa parte del freestyle, ma ha tutte le caratteristiche, a parte il fatto di gareggiare in quattro, dello sci alpino. E poi si sa da anni che sarebbe diventato olimpico, ma nessuno sci club ci ha creduto, direi che quasi sia stato osteggiato. Ci sono poche gare così alla fine ci troviamo con pochissimi giovani che ai avvicinano a questa disciplina. Chissà, vedendolo in televisione da Vancouver qualche ragazzo si appassionerà». La squadra azzurra resta così nelle mani dei veterani: «Di fatto l’Italia dello ski cross si ferma a due atleti, a Karl Heinz Molling e Massimiliano Iezza, gli unici che fanno Coppa del Mondo. Ormai sanno gestirsi nella preparazione; il primo raduno lo faremo a fine settembre, sperando di trovare qualcuno almeno per allenarci in quattro…».

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