Enzo Sima è pronto per restare in consiglio federale. Il friulano ha scelto di sostenere Alessandro Falez come presidente e subito spiega le sue ragioni: «Innanzitutto il mio impegno per la Fisi continua, ho a cuore questo mondo. Abbiano necessità di cambiare metodo di lavoro, i processi devono essere condivisi. E’ mancato davvero un confronto, cosa che al primo mandato Flavio Roda aveva attuato facendo poi uscire la federazione da un brutto periodo finanziario. Sui temi importanti non c’è stato dibattuto, con diverse situazioni ancora oggi delicate».
Sima guarda al mondo giovanile come una grande risorsa per lo sci italiano, ma sottolinea alcune tematiche. «Ci sono dei temi da affrontare, delle questioni spinose. Abbiano tanti ragazzi che fanno agonismo, ma a diciotto anni in molti abbandonano perchè gli sport invernali hanno perso la loro capacità, non soltanto attrattiva, ma anche di motivazione verso i ragazzi stessi. Penso inoltre che la tendenza di inserire in squadra nazionale atleti di diciassette-diciotto anni sia un errore dal momento che la maturazione avviene sempre più tardi nello sport di alto livello». Continua Enzo: «Un altro dato interessante è vedere le liste Fis e i migliori punteggiati. Ossia, più ci avviciniamo al top, più abbiamo meno atleti italiani. Al vertice c’è meno Italia rispetto alla proporzione con altre nazioni».
Ma non solo sci alpino. Sima parla anche dell’importanza di supportare anche quelle discipline più in difficoltà: «C’è una crisi di numeri di praticanti nel fondo, non è solo una questione di risultati scarsi, eccetto qualche eccellenza. Importante poi è lo sviluppo di centri federali dove poter allenare le discipline con meno praticanti«. Questioni tecniche? Non solo. Chiude Sima: «Dobbiamo comunicare meglio, farlo in tanti modi e sopratutto con formati innovativi. Per rendere le iniziative promozionali chiare, efficaci e anche stilose quando serve. E poi migliorare a comunicare meglio strumenti che abbiamo già in casa come la tessera Fisi. Deve essere ancora più conveniente, a partire dagli dagli aspetti assicurativi. Non siamo stati capaci di far comprendere agli sciatori che era più conveniente la nostra tessera, piuttosto che pagare ogni volta l’assicurazione con il biglietto degli impianti. Ci sono tante cose da fare, per fortuna passione motivazione sono intatte».