Wengen Live – Sul podio Feuz e Janka. Heel diciottesimo, Fill in ospedale
Il sole ha baciato la regione dello Jungfrau e tutte le Alpi Bernesi. Fa freddo, -7 in partenza. In 30.000 hanno invaso bordo pista e finish area, il Lauberhorn, grazie a duecento persone che hanno spalato, pulito e lisciato nell’ultimo giorno e mezzo, è in ottime condizioni. Ingredienti insomma perfetti per una grande festa di sci.
BATTAGLIA – Ma è stata una battaglia. Chiedetelo al vincitore, l’austriaco Hannes Reichelt che ha dovuto pennellare da cima a fondo per mettere in fila l’irriducibile corazzata svizera. Sul podio ci finiscono infatti Beat Feuz e Carlo Janka, campioni definitivamente ritrovati e che in passato avevano già trionfato a Wengen. Beat e Carlo sono rispettivamente a 12 e 14 centesimi. E poi anche Patrick Kueng è messo dietro, a otto decimi. E l’austriaco si prende una bella rivincita proprio su Kueng, che per 6 centesimi lo scorso gennaio gli aveva rubato la vittoria. Reichelt aveva già vinto a Bormio e Kitzbuehel, ora domando il Lauberhorn vince un’altra libera prestigiosa (lo era anche la Stelvio, tornerà in calendario?). E’ stata una battaglia dicevamo. Chiedetelo ad esempio al cananede Marcel Osborne-Paradise. Sfiancato dalla Ziel-S è deragliato proprio nel finale.
FILL CADE, SPALLA KO? E chiedetelo a Peter Fill, che si è scivolato via alla Minschkante: è caduto rovinosamente ed ha un forte dolore alla spalla sinistra. Così si è recato a fare accertamenti in ospedale. Si parla di una microfrattura, ma aspettiamo la risonanza. Kitz e Mondiali in forse.
PISTA MITO – Una pista mito, un inno alla leggenda, uno spettacolo unico. E quanta gente c’è…Organizzatori italiani, prego; prendere il treno e venire a vedere, a toccare con mano cosa vuol dire ‘fare evento e farlo con sistema’. Te ne accorgi già in ricognizione che per i poveri discesisti sarà una giornata dura, da ricordare. Il Lauberhorn è una pista che ti spezza le gambe, ti sfianca. 4422 metri, la pista più lunga del mondo. E alcuni passaggi la rendono davvero insidiosa. L’Hundschopf, la Minschkante, poi il Canadian Corner e la Kernen-S. La picchiata dell’Hanneggschuss e la Ziel-S, che sembra elementare ma ti manda in fiamme i quadricipiti. Vincere qui non è da sorprese, meteore. Ma da ‘pezzi da novanta’, miti, fuoriclasse. Reichelt torna a vincere, gli svizzeri ritornano a far paura e il norvegese Kjetil Jansrud non sembra più un extraterrestre, ma un umano che come tutti tribola sul Lauberhorn. Il ‘vikingo’ finisce quinto a 1.11 da Reichelt. Il francese Guillermo Fayed è ottimo sesto, come il tedesco Tobias Stechert. Poi ancora ecco la compagine elvetica con Sandro Villetta ottavo. Didier Defago decimo e davanti a Marc Gisin e Mauro Caviezel. Che gara la squadra svizzera.
DEBACLE AZZURRA: IL MIGLIORE E’ HEEL DICIOTTESIMO – E i nostri? Affondano sul Lauberhorn. Semplicemente. In prova avevano fatto vedere buone cose. Il migliore è Werner Heel, diciottesimo a 2.05. Dominik Paris era fra i primi in prova. Oggi invece non è mai entrato in gara e chiude addirittura diciannovesimo a 2.29. Silvano Varettoni venticinquesimo a 2.87 e Christof Innerhofer una posizione più attardato a 2.88. Mai ‘in palla’ Inner. E Peter Fill deraglia. Mattia Casse trentaseiesimo e Matteo Marsaglia quarantatreesimo. E pensare che il Lauberhorn, eccezion fatta per un paio di passaggi più in piano con neve piuttosto morbida, oggi era bello duro, invitante per i nostri, insomma come la desideriamo sempre.
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