La Corea del Nord ai Giochi? La decisione il 9 gennaio. La situazione dello sci alpino nordcoreano

Non è questo il posto giusto per analizzare la questione politica sulla Corea del Nord, a noi serve capire cosa accadrà tra un mese in quella del Sud, a Pyeongchang. Il presidente della FIS, Kasper, non aveva dubbi in merito, parlando a Sölden dei Giochi Olimpici 2018: “Sarà il posto più sicuro al mondo”. Intanto altri spiragli sembrano aprirsi: nel discorso di fine anno, il presidente nordcoreano Kim Jong-un ha ‘aperto’ ai Giochi e a una possibile collaborazione con la Corea del Sud che così si è affrettata a rilanciare annunciando colloqui di alto livello bilaterali il prossimo 9 gennaio. La Corea del Nord aveva boicottato i Giochi estivi di Seul del 1988, chissà se invece li vedremo a quelli invernali.

I PATTINATORI – Chi potranno essere gli atleti in gara? Gli unici ad avere il pass olimpici sono Ryom Tae-ok e Kim Ju-sik che in Germania se lo sono guadagnati sul campo, ma poi la federazione nordcoreana non gli aveva iscritti, non mandando i loro nomi al Comitato Olimpico.

LO SCI ALPINO – Guardando la simulazione della FIS, la sigla PRK, quella olimpica della Corea del Nord, neppure appare. E sfogliando l’elenco degli sciatori nordcoreani ne figurano solo sedici attivi e solo sei punteggiati, tre uomini e tre donne. Punteggi alti, visto che nella stagione scorsa hanno preso parte solo a due superG FIS in Iran (Kum-Chol Cha 343.13 e Myong Gwang Choe 347.42 entrambi ovviamente in superG, in campo maschile, Ryon-Hyang Kim 404.56 al femminile), ma chissà, nei prossimi incontri si potrebbe trovare uno spazio anche per loro. Anche perché nella Nord Corea qualche stazione c’è: la più moderna è quella di Masikryong fortemente voluta (forse più per propaganda che per passione) dallo stesso Kim Jong-un. Non saranno molti i nordcoreani sciatori, ma qualcuno c’è e per nello spirito olimpico sarebbe bello vederli al cancelletto di partenza.

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