La rinascita di Simon Maurberger riparte dal ghiaccio della Gran Risa, dove è stato il migliore italiano piazzandosi 21°. Nella scorsa primavera, dopo un periodo difficile, è arrivata l’esclusione dalla squadra azzurra e così il carabiniere della Valle Aurina ha deciso, in accordo con l’arma, di allenarsi con il team del Global Racing. Dopo una prima manche nella quale «dovevi rispettare il segno e continuare a spingere da cima a fondo», Maurberger era visibilmente emozionato: è stato il pettorale più alto (55) a qualificarsi per la seconda manche, al termine della quale ha guadagnato un’ulteriore posizione: «Sono molto contento anche dopo la seconda manche, portare a casa questo risultato alla prima presenza in Coppa del Mondo quest’anno è veramente entusiasmante. Sinceramente non ho pensato solo ad arrivare, altrimenti la mia sciata non avrebbe più funzionato», afferma Simon.
Maubi ci parla del campione Johannes Strolz, suo esempio: «L’austriaco si faceva gli sci da solo, allenandosi in autonomia. È stato una fonte di motivazione importante per crederci ancora. Devo tanto ai miei compagni del Global Racing. Sto benissimo mentalmente fisicamente, erano tanti anni che non mi trovavo bene».
Una delle cose che ha imparato ad apprezzare nella nuova squadra, che comprende atleti estoni, belgi, lituani e tedeschi, è la condivisione di informazioni. Ancora: «Così non l’avevo mai vissuto, forse il primo anno con lo squadrone di slalom, quando c’erano Manni, Razzo, Sabo, Tonno. Negli anni sicuramente siamo andati a perdere un po’ quella capacità di formare una squadra, ed è questo che ti porta in alto». Quando è arrivato sul traguardo dopo la seconda manche, Maurberger ha abbracciato e parlato a lungo con Lucas Pinheiro Braathen: «Ci eravamo visti in Nuova Zelanda, dove abbiamo parlato parecchio. Anche lui oggi mi ha fatto i complimenti, mi ha detto: «Sei stato un duro». Maurberger, che quest’anno è andato bene anche in Coppa Europa, ha parlato fitto anche con Manfred Moelgg, col quale condivide radici profonde: «Il padre di Manni è della Valle Aurina, è andato a scuola con mio padre. Conosco Manni dalle scuole elementari, eravamo in squadra assieme. Abbiamo un bellissimo rapporto e adesso è il mio capo in Blizzard».Chiude il carabiniere dopo essere tornato a punti: «Adesso qualche giorno di riposo, qualche vin brulè e si riparte concentrati per fare ancora meglio».