Fra quattro giorni Peter Fill volerà negli Stati Uniti ad Aspen per disputare il 15 marzo la discesa delle Finali di Coppa del Mondo. Pietro è in gioco ancora per vincere la sfera di cristallo come è successo già nel 2016. Ad una gara dal termine e con 100 punti quindi a disposizione, l’altoatesino perde al momento 33 lunghezze dal norvegese Kjetil Jansrud.
LA CLASSIFICA DELLA COPPA DEL MONDO DI DISCESA
LA SFIDA CON JANSRUD – Ecco cosa ci dice Fill: «Non sarà facile, ma io voglio dare il massimo. Sono stato capace di battere il norvegese, quindi l’obiettivo è stare davanti ancora in gara. Potrebbe anche non bastare, ma intanto voglio sconfiggerlo sul campo. Poi vedremo. E’ stata un’altra grande stagione, esaltante, sono sempre continuo. Peccato solo per aver sbagliato due gare, quella in Val Gardena e poi la prima in Norvegia. Per il resto sono sempre stato regolare, davanti con i primi della classe. I giochi sono aperti». Peter ritorna sui Campionati del Mondo di St.Moritz, lui che in carriera si è già messo due medaglie iridate al collo: «Purtroppo in discesa abbiamo sbagliato la scelta dei pettorali, ma non cerco scuse. Tuttavia ci sono piste dove fai fatica ad esprimerti, altre dove primeggi, dove hai qualcosa in più. Guardate Nyman in Val Gardena, Feuz e i canadesi a St.Moritz, Paris a Kitzbuehel. Io la Corviglia non sono mai riuscito bene a digerirla».
LA FAMIGLIA – Peter intanto si sta godendo la famiglia. A casa a Castelrotto e anche sulla neve all’Alpe di Siusi. «Vivo in un posto bellissimo, non devo mai dimenticarlo. E poi sono circondato da una famiglia fantastica, il modo migliore per ricaricare le batterie e lanciarmi nelle prossime sfide». Peter è sereno, lo è più del solito. D’altronde sta attraversando un momento fantastico della carriera, è il simbolo dell’Italia che scia grazie al trionfo l’anno scorso della Coppa del Mondo di discesa. Per questo una doppietta sarebbe leggenda, una doppia leggenda. Ma anche arrivare secondo significa che se sempre costante, regolare, al top».
LA CONDIVISIONE CON LO STAFF – L’ultimo pensiero va allo staff tecnico. «Mi trovo proprio bene, sono professionali, attenti, non ci fanno mancare nulla. Per questo voglio citarli tutti come forma di ringraziamento e riconoscenza. Il dt Max Carca, gli allenatori Alberto Ghidoni, Lorenzo Galli, Christian Corradino, Patrick Staudacher, Raimund Plancker. Il preparatore Giuseppe Abruzzini, poi quello dei carabinieri che mi segue d’estate ossia Einar Prukker. Quindi Marco Zancanaro il dottore, Paolo Cucchetti l’osteopata e il fedele skiman Daniel Zonin. Mi ha fatto piacere che siano saliti con me sul podio del superG a Kvitfjell, è stato bello convidere il mio terzo successo in Coppa del Mondo». Parole da capitano quelle di Pietro. Sul podio al fianco dei guerrieri con cui lotta sulle nevi in giro per il pianeta. Prossima battaglia, Stati Uniti, Colorado, Aspen. Forza Pietro, a tutta.