2003-2025. Ventidue anni. Una vita. Per Rasmus Windingstad, lo sci agonistico è stato tutto, la parte più importante. È stato l’unico elemento che ha prevalso sul resto, un impegno che ha scandito ogni suo giorno e ogni sua scelta. In questo lungo viaggio, Rasmus ha vissuto momenti di gloria, di delusione, di sacrificio e trionfi. Eppure, oggi, quando guarda indietro, non può fare a meno di pensare al grande debito che ha nei confronti delle persone che lo hanno accompagnato, della squadra che lo ha sostenuto, di tutti coloro che hanno sempre creduto in lui. A loro sarà per sempre grato.
Lo sciatore norvegese nei giorni scorsi ha deciso di ritirarsi e il primo pensiero è andato proprio alle persone che lo hanno aiutato. «Scrivere queste righe è difficile – racconta – ma sono certo che, anche se potrei ancora dare qualcosa, questo non sarebbe comunque abbastanza». E dunque ha deciso di chiudere un capitolo fondamentale della sua vita.

Un capitolo che lo ha visto protagonista in Coppa del Mondo, con due vittorie nei paralleli di Alta Badia (2019) e Soldeu (2023) e altri due podi arrivati invece in gigante: secondo a Kranjska Gora nel 2019 e terzo a Palisades Tahoe nel 2023. Ma soprattutto aver indossato un pettorale ai Giochi Olimpici di Pechino nel 2022. «Ho potuto gareggiare davanti a milioni di spettatori e questo mi lascia ancora senza fiato».
Una scelta legata principalmente alla mancanza di motivazione. Rasmus sa che è normale. Quando hai dato tutto te stesso, la mente e il corpo cominciano a chiedere qualcosa di diverso. A volte si arriva a un punto in cui il desiderio di spingere oltre non è più abbastanza forte da superare le difficoltà quotidiane. E dopo dodici anni con la squadra e ventidue di impegno incessante, è anche normale. È lui stesso a confidarlo nel post che annuncia il ritiro.
Non ha ancora svelato che cosa riserverà il suo futuro, magari lo rivedremo in pista in un’altra veste. Per certo Rasmus, a 31 anni, ha deciso di sfilarsi il pettorale. L’ultimo lo ha indossato ai campionati norvegesi di Oppdal, l’ultima passerella in Coppa del Mondo sempre in Norvegia, a Hafjell.




