Max Carca, il capo allenatore dei gruppi azzurri di Coppa del Mondo, va oltre alla straordinaria vittoria di Chamonix di Paris e guarda avanti con professionalità e con quella visione d’insieme e non solo del contingente necessaria per puntare ai prossimi grandi appuntamenti. Infatti, il quarantatreenne coach di Volpedo, si gode questo momento magico dell’Italia della velocità in funzione futura, con la consapevolezza che con questo team ci si potrà togliere significative soddisfazioni.
IL TRIO DELLE MERAVIGLIE – Ecco cosa Carca ci dice dopo la discesa del trofeo Kandahar: «Stiamo crescendo, finalmente concretizziamo, dal momento che le potenzialità sono enormi. Nessuno le ha mai messe in dubbio, ma mancavano un po’ risultati alla nostra altezza. Dominik Paris c’è, tre podi ed una vittoria. Peter Fill a due gare dal termine, oltre ad aver vinto la gara più importante della Coppa del Mondo di sci ossia Kitzbuehel, ha chance importanti per aggiudicarsi il trofeo di specialità. E poi un Christof Innerhofer che si è avvicinato con regolarità più di una volta al podio e lo ha centrato in Corea. Insomma, stiamo parlando di tre atleti che danno assoluta garanzia di poter fare podio, medaglia, nel prossimo biennio, nelle manifestazioni che contano davvero, ossia Mondiali di St.Moritz 2017 e Olimpiadi di Pyeongchang 2018. E poi attenzione a Mattia Casse, che dopo alcune stagioni nel limbo, sta maturando e crescendo gara dopo gara e non solo in superG, ma anche in discesa».
L’ALTRA ITALIA E I GIOVANI EMERGENTI – Carca, che dopo il trionfo in Alta Savoia ha raggiunto La Thuile per incontrare il presidente della Federazione Italiana Sport Invernali Flavio Roda, continua a parlare dei sui cavalli di razza, dei suoi pezzi da novanta: «Dobbiamo cercare di dare il massimo delle attenzioni e seguire con la più professionalità possibile gli atleti che possono fare podio, vincere. Attenzione, questo non vuol dire che gli altri non debbano avere un progetto, ma la questione è diversa, perchè gli obiettivi alla portata di mano sono differenti. Io sono per includere ci mancherebbe altro e penso di averlo dimostrato, non sono certo per escludere, ma da alcuni ho visto un cambio di marcia, da altri meno. Giovani? Abbiamo Emanuele Buzzi e Guglielmo Bosca che anche in Coppa del Mondo mi hanno fatto vedere qualcosa di buono, segnali importanti. Bene, da dietro qualcosa si muove. Altri invece faticano un po’. Werner Heel, Silvano Varettoni, Siegmar Klotz, Paolo Pangrazzi ad esempio. So che si impegnano tanto, lavorano, ma purtroppo non risescono ad esprimersi ad un buon livello in Coppa del Mondo. Guardate Pangrazzi, oggi era in alcuni tratti velocissimo, sinonimo che si è buttatto a tutta con coraggio, ma nel complesso non è riuscito a lasciare il segno. La stagione tuttavia non è finita, aspettiamo, e poi tutti insieme parleremo e tireremo le somme». Intanto che Italia ragazzi, godiamoci questo trionfo…