La prima domanda che Federica Brignone si sta ponendo in questo periodo riguarda le stampelle. «Quando potrò toglierle e iniziare a camminare?». Se lo chiede lei stessa, perché non si tratta solo di una semplice rottura ossea o legamentosa, ma di una situazione complessa che interessa più parti. L’azzurra, che sulla 3-Franco Berthod di La Thuile aveva chiuso quasi matematicamente i giochi per la Coppa del Mondo generale, è tornata nella località che l’ha appena nominata cittadina onoraria, per partecipare alla Festa degli sport invernali della Valle d’Aosta. È stata accolta dal suo fan club che non ha perso il sorriso e da tantissimi giovani che non hanno rinunciato a chiedere una foto o un autografo.
«Sto bene per quello che posso stare – racconta – siamo tutti positivi, la ripresa fino a questo momento sta procedendo e ho iniziato ad appoggiare la gamba con un carico parziale. Spero di tornare presto a camminare totalmente, senza zoppicare». Sta lavorando al J|Medical di Torino dal lunedì al venerdì, ma nella sua testa e nelle sue parole il ritorno sugli sci è ben distante. Perché com’è noto, subito dopo l’incidente del 3 aprile è entrata in sala operatoria, dove solo alcuni danni sono stati riparati. «La gamba risponde bene, così come la parte ossea – specifica Brignone – quello che adesso mi dà fastidio è il ginocchio. Più in generale le capsule, i legamenti, le articolazioni: c’è ancora infiammazione. Devo iniziare a piegare, ma in questo momento è la parte più tosta».

Sono passati quasi due mesi e al momento non sono ancora stati effettuati esami mirati a verificare la reale situazione dei legamenti. «E non sappiamo ancora nulla – precisa – finalmente il gonfiore si sta attenuando, tra una o due settimane vedremo come starà quella parte: alcune parti sono già state riparate insieme all’osso, ma la situazione era un disastro».
Brignone però non perde il sorriso, ha accettato questa nuova sfida, consapevole che si tratta di un danno nel complesso serio, senza tempi di recupero certi perché di questi casi ve ne sono pochissimi al mondo. «Ho finito una stagione impegnativa dal punto di vista mentale, anche se fisicamente stavo ancora bene – confida – era arrivato il momento di staccare e invece la verità è che mi sono trovata ad affrontare questo infortunio. Che fisicamente è nulla, ma lo sforzo di testa è enorme: la gamba non risponde a cose che sono venute facili per tutta la vita e ora invece sono difficili. Devo concentrarmi, lavoro tutti i giorni con l’obiettivo di guarire e arrivo la sera che sono fritta».

E lei, grande appassionata di qualsiasi sport, è anche per questo motivo che negli scorsi fine settimana è passata dagli Internazionali di tennis a Roma alla Formula 1 di Imola. «Mi avevano invitato e ho sfruttato l’occasione per vedere due grandi eventi cui avrei voluto partecipare prima o poi. Sto meglio, sono in piedi, mi muovo più agilmente e cerco di fare le cose che mi piacciono per staccare un po’».
Ora lo sguardo sui prossimi esami, che forse detteranno un po’ di più i tempi di recupero. Anche se dalle parole si percepisce che il percorso di riabilitazione sarà ancora lungo e faticoso.