Gli slalom Allievi del Memorial Fosson raccontati da Giovanni Ceccarelli, che ne ha vinto uno

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La prima giornata di gare per al Memorial Fosson per la categoria Allievi si è aperta con due prove di slalom. Come si legge sui risultati completi, in gara-1 hanno vinto Emma Bellini del Brixia e Michele Vivalda del Sestriere; in gara-2 hanno vinto invece Martina Beccari dello Sporting Campiglio e Giovanni Ceccarelli del Borgata Sestriere. Proprio con quest’ultimo siamo riusciti a scambiare due parole al termine delle due prove e la sua analisi della giornata è stata particolarmente lucida e interessante.

Pur essendo nato nell’ottobre 2010, Ceccarelli sorprende per la capacità di descrivere situazioni complesse. Figlio del fratello di Daniela Ceccarelli, Davide, allenatore del Borgata Sestriere, Giovanni ha detto a Race: «In gara-1 ero un po’ sottotono. Il clima freddo non mi ha aiutato a scaldare i muscoli, ero un po’ rigido sullo sci. Per gara-2 invece faceva più caldo, mi sono scaldato meglio e il tracciato “bucato” a me piace. Si può adattare bene a un’indipendenza di gambe che sento di avere. E il tracciato angolato anche, quindi specialmente gara-2 era abbastanza la mia comfort zone».

Giovanni Ceccarelli col padre Davide @ Race Ski Magazine

Alla domanda se esiste una qualche tipologia di tracciato che non gli piace, Ceccarelli risponde in modo piuttosto sicuro: «I pettini, cioè quelli con porte strette, dritte, privi di livello tecnico». Al primo cugino di Lara e Yuri Colturi la neve primaverile di oggi sulle piste di Pila è «piaciuta molto, dura, compatta, che risponde. Gradisco anche quella invernale, per la verità, perché dà risposte in più rispetto a quella primaverile. Ma io sono uno che scia molto in dome: quella primaverile mi piace perché ci assomiglia».

E le differenze tra gara-1 e gara-2? «La prima manche era più filante e stretta, più liscia. Il liscio non mi crea problemi, ma non ho proprio spinto lo sci, per questo sono andato così male. La seconda manche era più angolata, con figure più particolari, tipo una doppia al contrario, molte lunghe, un tip-tap (ovvero due porte singole a sei/sette metri di distanza), insomma molto carino questo tracciato. La buca è un plus, perché a me piace lavorare nel tecnico».

Gli atleti del Borgata Sestriere Giovanni Ceccarelli e Federico Goggi si riscaldano © Race Ski Magazine

Quando gli chiediamo come e dove abbia imparato a usare così tanti termini tecnici e a parlare del suo sport in maniera così approfondita, indica il padre Davide. «Lui mi ha sempre allenato in condizioni critiche, diciamo. Sotto la pioggia, con metri di neve, con angolature disumane, buche in cui andavi dentro fino alla testa. Poi col lavoro si fa tutto. Volere è potere».

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