Chiamatemi Didier

Kitz live – «Incredibile ma la vittoria piu’ bella e’ quella del 2011»

Il moderatore della conferenza stampa chiede, con un certo imbarazzo: «Ci sono domande per Romed e Klaus?». Ecco, è in questa frase il ‘mood’ della giornata odierna a Kitz. Due austriaci al secondo e al terzo posto nel tempio dello sci, nella cattedrale della discesa, in Casa Austria, due atleti del Wunderteam giù dal gradino per 24 e 30 dannati centesimi, comunque due su tre, ma annientati da Cuche. I giornalisti hanno domande solo per lui. Didier, con il quinto successo in discesa (1998, 2008, 2010, 2011, 2012), il terzo consecutivo (come Fran Klammer nel ’74, ’75 e ’76) supera proprio il ‘Kaiser’ nelle vittorie totali nella discesa dell’Hahnenkamm, 5 a 4. Ed è lo stesso ‘Kaiser’ a incoronarlo re di Kitz in diretta sulla televisione austriaca. «Allora Didier, come dobbiamo chiamarti, re di Kitz, Kaiser?» chiede una giornalista. «Chiamatemi semplicemente Didier». In una carriera da favola, non hai mai vinto l’oro olimpico, non ti manca? «Ci sono diversi atleti che cambierebbero una medaglia olimpica con una vittoria a Kitz…» risponde sorridendo. La giornata pazzesca del ‘macellaio di Neuchatel’ inizia con il dubbio di non potere correre per l’ultima volta sulla sua pista preferita. «Gli organizzatori hanno fatto dei miracoli, come altre volte, durante la ricognizione la pista era molto bella, nella parte alta era meglio che nelle prove, alla partenza mi sono detto che questa era l’ultima possibilità di scrivere una sentenza, era un po’ diverso da Wengen, perché non avevo ancora deciso di ritirarmi». L’ultima volta, su una pista più corta, però una vittoria 48 ore dopo avere annunciato l’addio… «Sì, è incredibile, non so neanche io come ho fatto, però nel 1998 ero giovane e l’emozione è stata fortissima e nel 2011 ho vinto sulla pista lunga, quel pettorale l’ho dato al mio serviceman Chris, che ringrazio anche oggi perché ha fatto un lavoro pazzesco, preparando tanti sci». Cosa vuol dire sentire suonare ancora l’inno svizzero a Kitz? «Sicuramente un’esperienza particolare, ma credo che anche in futuro avremo delle buone possibilità, c’è un ragazzo che oggi è partito con il 16 (Feuz, ndr) che è molto veloce».

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