Un deserto ai piedi del Rettenbach. E ci sono i primi due positivi

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SOELDEN LIVE – Se non hai letto da qualche parte che domani e dopo ci sono due gare di Coppa del Mondo, questa volta non te ne accorgi. Passano i chilometri, Sölden è sempre più vicina, ma le strade continuano a essere sgombre, i locali e i negozi semichiusi. L’atmosfera è piatta e come se non bastasse, c’è pure quella pioggerella fastidiosa accompagnata da una nebbiolina. Fa impressione percorrere le vie di Sölden in lungo e in largo nel giro di tre minuti e non incontrare nessuno o poco più. Sembra una località di montagna fuori stagione, in effetti lo è perché la Coppa del Mondo parte in anticipo per evitare l’apertura del comprensorio ai turisti. Per chi come noi da anni segue questo (e tanti altri) eventi, è tutto diverso. È una prima volta per tutti, è un nuovo modo di affrontare gli eventi. Per dare l’idea, Federica Brignone dice: «Come una gara Fis? Ma no, lì c’è più gente, qua arriveremo in fondo e sarà strano».

Il garage, unico punto per realizzare interviste

Per ripartire la Coppa del Mondo ha scelto la bolla, già utilizzata in altri sport. Ma il Kronen Zeitung parla già di due positività, uno è un tecnico svedese già in quarantena a Soelden, l’altro non si conoscere ancora la provenienza. Sono stati trovati prima della procedura di accredito, nei test dei giorni precedenti. È una nuova esperienza anche solo ritirare l’accredito: un corridoio che porta al Covid Office; lì o presenti il risultato del tampone o esci, probabilmente anche alla velocità della luce. Se passi il controllo, arrivi alla zona accrediti, creata in uffici protetti ovunque da plexiglass. Di due media centre, ne è rimasto solo uno, di eventi non c’è traccia, le poche interviste vengono rilasciate a orari prestabiliti e in un garage, allestito dal comitato organizzatore. «Non mi era ancora successo» dice Brignone.

Gli atleti arrivano con il contagocce, fanno lo stretto indispensabile e ritornano in albergo. Se non fai attenzione, fatichi a vedere persino i pulmini delle squadre. La foto scattata della piazza che ospitava gli eventi non ha bisogno di didascalie. Non c’è il palco, non c’è lo schermo, non c’è il pubblico e neppure un bicchiere di birra a terra. È un semplice parcheggio che quest’anno è rimasto tale e che in passato era preso d’assalto dai fans in festa. «Ma quello che mancherà veramente lo vedremo domani» chiosa Federica Brignone che ha definito Sölden come rumorosa e festosa. Marta Bassino invece parla di «effetto strano, perché già giovedì non c’era nessuno, quando invece di solito era già pieno di gente. Invece è deserto e fa ancora più effetto vedere tutto vuoto». Il buio è arrivato, l’estrazione dei pettorali è alla riunione di giuria. Nessun atleta, nessuna immagine, solo un whatsapp con la start list e un link che servirà per ascoltare e vedere la conferenza stampa a distanza. Chi è già stato in pista, dice che fa impressione. C’è da credergli, sono bastate tre ore per capire che nulla è più come prima. Ma se si vuole ripartire, o quanto meno provare, sarà così.

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