La Compagnoni, un serpente ripido e buio

Santa Caterina Live – Domani si parte alle 11.45

Fa paura. Un serpente che si snoda dai 2750 metri della Cresta Sobretta fino ai 1750 della finish area di Santa Caterina. Oltre 1000 metri di dislivello fra salti, gobbe, picchiate e soprattutto com l’ombra che ti obbliga ad aumentare la concentrazione, esprimere coraggio, attaccare senza essere in balia di onde e diagonali. Tutto è pronto. Domani alle 11.45 a Santa Caterina Valfurva la quarta discesa della stagione 2016. L’Italia punta su Christof Innerhofer (numero 3), secondo e primo nelle ultime prove, ma anche su Peter Fill (12) e senza mai dimenticare Dominik Paris (20) che sembra in recupero e l’anno scorso centrò il podio. Gli avversari? Tanti come sempre, in prima linea l’austriaco Hannes Reichelt, il francese Adrien Theaux e i norvegesi Kjetil Jansrud ed Aksel Lund Svindal naturalmente, anche se circa il secondo questa sera il fedele tecnico dei norvegesi l’altoatesino Franz Gamper affermava: «L’anno scorso non c’era a Santa, Aksel non vuole rischiare l’osso del collo sulla Compagnoni». Già, la Compagnoni. Fa paura il pendio valtellinese, che ha i fari in pista in Omar Galli, direttore di gara, e Tino Pietrogiovanna, direttore di pista.

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L’ATTEGGIAMENTO D’ATTACCO SARA’ FONDAMENTALE – Alberto Ghidoni dalla Val Trompia, allenatore responsabile del team, parla di «Atteggiamento fondamentale. La pista è difficile, impegnativa, ma non ci sono punti chiave. O meglio, passaggi insidiosi ci sono, ma la chiave di lettura vincente è attaccare, non essere in balia della pista, avere coraggio su un pendio dove davvero la visibilità è scarsa. Vincere? Già il podio sarebbe un successo significativo domani».

I TRE PASSAGGI CHIAVE PER CARCA – E’ vero, atteggiamento offensivo, ma il capo allenatore degli azzurri Max Carca vede tre punti chiavi dove si può vincere la gara. Eccolo il quarantatreenne alessandrino di Volpedo al rientro dall’esperienza canadese: «Il primo punto è dopo il primo salto, sul Muro Sobretta. C’è una curva a sinistra determinante, che gli organizzatori hanno bagnato nuovamente perchè era scalinata e si faceva davvero fatica. Poi a fine Piano di Plaghera, dove si posiziona Patrick Staudacher, è importante tirare bene la prima curva perchè dopo le curve a seguire sono ondulate e si può sbagliare la linea. quindi dove è posto Alberto Ghidoni, la curva del Fank. E’ nel bosco, è una curva in contropendenza, e soprattutto arrivi cotto e stremato in questo finale. E poi certo, la poca luce, l’ombra». Domani tenetevi forti, sarà spettacolo…

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