Svindal re della Birds of Prey. Ma l’Italia c’è: Innerhofer quarto, Paris quinto, Fill decimo

Da cosa iniziare: dal successo di Svindal o dal quarto posto di Innerhofer? La discesa libera di Beaver Creek ha regalato sorrisi in casa Italia e ha riportato sul gradino più alto del podio un campione come il norvegese. Ha vinto alla Svindal: è partito con il pettorale 1, con un passo spinta da vero fondista per affrontare il piano iniziale, poi magari non è stato il più veloce in tutti i tratti della Birds of Prey, ma è stato il più costante sino al traguardo. Qualcuno è stato più veloce di lui all’inizio, qualcuno nel finale: alla fine sono rimasti dietro tutti. Quello più vicino, lo svizzero Beat Feuz a soli 15 centesimi, poi il tedesco Thomas Dressen a 49, che ha tolto la gioia del podio in casa Italia.

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AZZURRI – Già gli azzurri. Garone di Dominik Paris sceso con il pettorale 9: stringe il pugno al traguardo quando vede il suo piazzamento, terzo. Poi arriva Dressen e scala di una posizione per soli 12 centesimi. Con il 27 tocca a Inner: appena 11 centesimi di ritardo da Svindal nei primi due rilevamenti cronometrici, tiene duro a arriva davanti a Domme per sette centesimi, a cinque dal podio. E a completare il risultato di squadra la decima piazza di Peter Fill. Attardati gli altri: Emanuele Buzzi quarantaduesimo a 2.73, poi Werner Heel quarantanovesimo, Matteo Marsaglia cinquantunesimo. Quindi sessantesimo Guglielmo Bosca, due piazze davanti a Henri Battilani.

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