Dalle colline di Ca’ del Poggio il mare non è così lontano, ma non lo sono neppure le piste olimpiche di Cortina d’Ampezzo e, più in generale del Bellunese. Ed è lì a metà strada, tra i vigneti dove nasce il Prosecco, che Salomon ha deciso di presentare in anteprima la nuovissima collezione racing. «Un passo indietro per farne due avanti» è il concetto emerso dalle parole di Michele Garbin, Fabio Furlanis e Mauro Ruschetti. Una location suggestiva, nel bel mezzo di quel terribile muro di asfalto che più volte è stato pedalato dai pro del Giro d’Italia e che presto potrebbe nuovamente tornare a colorarsi di rosa.
È invece ancora un po’ presto per svelare le tinte, le particolarità e le peculiarità della nuova collezione del brand francese, che subirà un radicale cambiamento proprio nell’anno dei Giochi Olimpici Milano Cortina 2026, di cui l’azienda transalpina è premium partner oltre ad aver firmato tutto l’abbigliamento per professionisti e volontari.
La francese Salomon è nata sulle sponde del lago di Annecy nel 1947, ma è stato necessario attendere il 1991 per il lancio del primo sci monoscocca che ha permesso al brand di proporre un kit di attrezzatura completo per lo sci.

Da quel momento è stato un crescendo, di materiali e soluzioni, con una forte impronta racing. Tanti atleti, poi diventati campioni, si sono accasati in Francia. Ci sono stati gli anni di Ivica e Janica Kostelic e di Anja Paerson, poi è arrivato il tempo di Denise Karbon, Max Blardone e Davide Simoncelli. «Simo è l’emblema dell’azienda – racconta Michele Garbin – prima come sciatore e oggi come parte integrante dell’azienda, con la sua figura che fa da tramite tra gli atleti e il reparto di sviluppo».
Dopo tanti trionfi nel gigante e nello slalom, Salomon ha raggiunto l’apice anche nella velocità, sfrecciando sulla Streif di Kitz, domata nel 2014 da Hannes Reichelt. Oggi, a essere tinti di blu, sono l’italiano Luca De Aliprandini e la neozelandese Alice Robinson, così come il francese Victor Muffat-Jeandet e le azzurre Asja Zenere ed Emilia Mondinelli, senza dimenticare che scia con scarponi Salomon un certo Marco Odermatt. E non solo…
Michele Garbin, che ha gareggiato fino a qualche anno fa ed è entrato da poco in Salomon, si affida anche a Mauro Ruschetti per ripercorrere qualche tappa fondamentale della storia aziendale. Quarant’anni di esperienza in casa Salomon non sono pochi. Di sci, scarponi, evoluzioni e tecniche ne ha viste tante.

Oggi Rusca è ancora lì, punto di riferimento anche per il settore giovanile. È sempre in furgone, pronto a consegnare nuovi materiali o ad assistere le gare da bordo pista. Perché è sul campo che si osservano le giovani speranze da accompagnare il più avanti possibile. «Ed è da sempre che l’azienda guarda da vicino i giovani, cercando di portarli in Coppa del Mondo – dice Rusca – Avrei tantissimi esempi, un elenco lungo, prendo a esempio Simo e Finferlo».
La filosofia nel tempo non è cambiata, neppure quella sullo sviluppo che va avanti da oltre 40 anni. Innovazione è la parola d’ordine. Georges Salomon diceva sempre: quello che mi ha affascina di più è quello che farò domani.
Nel frattempo Salomon è cresciuta ben oltre il winter sport equipment, oggi ha attrezzature per le quattro stagioni. Dalla corsa allo sci, dalle scarpe agli scarponi. Investimenti da una parte e dall’altra, in attesa delle grandi novità proprio nella collezione invernale. Qualcosina si è visto già nelle ultime stagioni, ma è in occasione dei Giochi Olimpici che ci sarà una vera rivoluzione. E quale occasione migliore, per continuare a scrivere un altro capitolo.
Non resta che sedersi comodi, attendere la neve ormai arrivata, ma soprattutto il lancio ufficiale della nuova linea racing, tra non molte settimane.



