«Da una parte sentivi dire state tutti a casa, dall’altra all’Abetone c’è stato il record stagionale», Rossano Pagliai dello sci club Sottozero ricorda quei giorni sulle piste di casa. «In Toscana la situazione è stata meno drammatica rispetto ad altre regioni: a livello sci siamo riusciti a organizzare tutte le gare Cuccioli e tutte, esclusi i superG, quelle Children, oltre alle selezioni Pinocchio e Giovanissimi. Per questo lo stop lascia un po’ l’amaro in bocca, ma dobbiamo guardare avanti».
Un club a conduzione familiare, si potrebbe dire, con una bella base soprattutto tra i piccoli. «Vero – prosegue Rossano, che è anche responsabile Pulcini del Comitato Toscano – in questi anni abbiamo avuto un incremento nei numeri proprio nei Pulcini. E anche di risultati: alla selezione del Pinocchio abbiamo raddoppiato il numero dei ‘promossi’, alle finali dei Giovanissimi si erano qualificati nove su dieci, anche per il Criterium Cuccioli ci saremmo stati: insomma possiamo dire che abbiamo doppiamente l’amaro in bocca».
Per quest’estate? «Siamo un club di montagna, ma i nostri tesserati arrivano un po’ da tutte le province della Toscana: sono i genitori stessi che vorrebbero che togliere i figli dalla città per poterli portare all’aria aperta in quota. Su cosa faremo, ci stiamo ragionando: avendo tanti piccoli già facevamo pochissima attività sui ghiacciai, massimo due uscite, oltre a quella dei Santi. Se potremo andare una volta bene, altrimenti amen: ma l’ho già detto alle famiglie, sino a settembre di sicuro nulla. Piuttosto nei prossimi mesi vedremo se sarà possibile fare qualche raduno, un po’ al mare a Tirrenia, un po’ in montagna all’Abetone.
Sul futuro voglio pensarla in modo positivo: con il tesseramento previsto già da giugno, a settembre potremmo avere già un quadro chiaro della situazione. Un calo ci sarà sicuramente, ma credo soprattutto a livello Chidren e Giovani. Nei Pulcini, invece, potrebbe essere anche un’occasione per invertire la rotta: i costi sono già più contenuti, se poi togli quelli delle trasferte in ghiacciaio, dove ci sono club che arrivano a oltre trenta giorni, magari riduci anche quelli sui materiali, la famiglie potrebbero anche di continuare senza troppi sacrifici. Almeno lo spero, soprattutto per il mio club dove già lavoriamo in questo modo: voglio essere ottimista».
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