Quando Federica Brignone sbancò Mont Tremblant nel 2023

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Do you remember, Federica? Giusto adesso che è tornata sugli sci (terzo giorno consecutivo giovedì 4 dicembre, a Courmayeur) ha un senso raccontare quanto accadde sabato 2 e domenica 3 dicembre 2023. Anche perché risulta difficile da dimenticare.

Per la seconda volta dopo il 1983 la Coppa del Mondo sbarca a Mont Tremblant, nel Quebec Canadese, in uno scenario incantevole, con la pista da gigante che arriva nel cuore del Paese, tifo cliente e un’atmosfera ben diversa rispetto alle gare veloci di Lake Louise del passato, con pochi spettatori, dediti soprattutto al turismo. Nel dicembre 2023 sono in programma due giganti. Nel marzo del 1983, invece, si era gareggiato tra discesa e gigante, con vittorie di Graham e Flore Rey. Quarant’anni dopo i due giganti in programma li vince entrambi Federica Brignone, in maniera completamene diversa. E leggendaria.

Dominando il primo, già in testa a metà gara, su pendio e tracciato quasi d’altri tempi, con ripido a inizio e fine pista e una parte centrale ricca di dossi. La valdostana figlia d’arte si lascia alle spalle Petra Vlhova e Mikaela Shiffrin, il meglio del meglio, e trionfa con Bassino sesta, Goggia settima e Melesi diciottesima.

In quel momento Brignone, a 33 anni e 4 mesi, diventa la più anziana di sempre a trionfare tra le porte larghe in Coppa del Mondo superando l’Anita Wachter del 1999.

Federica Brignone, primo trionfo a Mont Tremblant ©Pentaphoto
Federica Brignone, primo trionfo a Mont Tremblant ©Pentaphoto

Ma il meglio deve ancora venire. Perché il giorno dopo si scatena una tormenta di neve e vento tra prima e secondo manche, ma si gareggia lo stesso. La pista Flying Mile diventa decisamente più insidiosa rispetto al giorno prima. Brignone è sesta a metà gara, un po’ vittima anche lei della tracciatura di Mauro Pini (all’epoca con Vlhova), che proprio a metà, giusto sul… dosso dei Pini, ha infilato una porta infida rivelatasi indigesta a Federica e ad altre atlete.

Seconda manche: visibilità ridotta al lumicino discesa dopo discesa. La gara è al limite a causa delle forti raffiche di vento miste a neve. Condizioni estreme, quanto meno uguali per tutte le “big”. Si parte e nella bufera Federica si scatena, grazie anche a un tracciato più filante e veloce, di quelli che da anni ormai la rendono pressoché imbattibile. In queste condizioni non c’è partita: dove le altre tirano il freno, lei innesta la quinta. Le prende e le stacca tutte, potando con sé sul podio Lara Gut-Behrami e Mikaela Shiffrin. Un back to back straordinario per lanciarla nell’olimpo del gigante. Per due anni (2023-2024 e 2024-2025) sarà praticamente ingiocabile nella specialità.

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