Pit stop allo Ski Center

Migliaia di chilometri per raccogliere dati e rifinire il lavoro fatto in laboratorio su sci e scarponi. E la comodità di essere lungo la direttrice Abetone-Brennero, non lontano da Stubai e Hintertux. Ecco la ricetta del successo del negozio di Varna, dove abbiamo incontrato Allieve e Allievi dello Ski Team Alta Badia. E dove si fermano molti sci club
e nazionali per mettere a punto l’attrezzatura. Curiosamente lo Ski Center di Varna, poco fuori Bressanone, si trova su una grande rotonda stradale appena oltre lo svincolo della Statale del Brennero e dell’Abetone. Proprio dall’Abetone, direttamente dai Campionati Italiani Children, arriva Andrea Odinotte, allenatore, boot fitter, in poche parole anima tecnica dell’Atelier Rossignol di riferimento per Trentino e Alto-Adige, dove è possibile trovare tutto l’assortimento racing Rossignol, Dynastar e Lange unitamente alle migliori competenze in materia.

E all’Abetone sono diretti Rita, Annika, David e Alberto con l’allenatore Alessandro, per le finali del Pinocchio sugli Sci. Coincidenze. O forse dettagli. «C’è sempre più professionalità, il livello sale, bisogna allenarsi di più» dice Rita Granruaz, categoria Allievi, Ski Team Alta Badia. Per l’ultima puntata delle nostre tavole rotonde sullo sci giovanile ci siamo dati appuntamento qui, lungo la direttrice Abetone-Brennero. Insieme ai compagni di squadra di Rita, c’è anche Annika Johansson, pure lei Allieva, in arrivo direttamente da Vail, Colorado. Padre svedese, madre statunitense, è aggregata allo Ski Team e lo sarà anche il prossimo inverno. «L’ambiente dello sci giovanile qui è più professionale, c’è meno improvvisazione, si cura meglio la tecnica» conferma la giovane sciatrice straniera. Piccoli dettagli che mettono insieme i tasselli di un puzzle vincente. Ne sa qualcosa Andrea Odinotte.

©Matteo Agreiter

«Si fa presto a dire ti faccio lo scarpone, ma il lavoro in reparto boot fitting è solo la punta dell’iceberg, prendi per esempio David Castlunger: è venuto qui all’inizio dell’estate, poi siamo andati in ghiacciaio per vedere quali erano le prime impressioni e sulla base dei suoi feedback abbiamo fatto altre lavorazioni, poi ancora fuori a provare, per sostituire spessori e rialzi, limare, lavorare sulle zeppe». Tutte informazioni utili per arrivare al set-up giusto per ogni atleta di alto livello. Non solo dello Ski Team Alta Badia, naturalmente, perché da qui gli sci club del Trentino-Alto Adige e del Triveneto passano quasi tutti, e non solo, visto che siamo sulla strada per i ghiacciai austriaci di Stubai e Hintertux. E poi non mancano i nazionali che vengono a fare la rifinitura sugli scarponi, per esempio Vivien Insam. I big data di Andrea sono i chilometri che percorre per seguire gli atleti sui ghiacciai, durante gli allenamenti settimanali, in stagione, per parlare non solo con gli sciatori, ma soprattutto con gli allenatori. Un flusso di informazioni enorme che permette di mettere a punto sci e scarpone nei minimi dettagli, ma anche di supporto agli sci club, grazie al fatto che Andrea è allenatore e non è raro vederlo tracciare. «Nel caso di David (l’anno scorso miglior sciatore delle finali del Pinocchio sugli Sci) va aggiunto il fatto che nel giro di poche settimane è cresciuto di 15 centimetri ed è diventato un altro sciatore. Tutto il lavoro fatto è stato rivisto. «Andrea trova sempre tempo per me, gli scarponi sono perfetti, stretti al punto giusto, fresati dove serve, e poi mi ha procurato gli sci da superG» dice David, contento per avere centrato l’obiettivo stagionale, un podio in una gara nazionale, all’Alpe Cimbra.

©Matteo Agreiter

Andrea ha un’ossessione per le zeppe, si è anche fatto costruire una macchina apposita per spianarle senza il minimo margine di errore. Ma il set-up giusto passa anche per gli spessori e i plantari. E qui il lavoro spesso di allunga. «Se riscontro una postura da correggere, si entra nel campo dei plantari ortopedici, per questo collaboriamo con un professionista di Bolzano che sistema i problemi prima di intervenire dal punto di vista del gesto sportivo». I dettagli passano anche dal flex. Alberto Davare, veneto che per motivi logistici si è tesserato in Alta Badia (abita sul confine regionale, più vicino all’Alta Badia) e Rita Granruaz, per esempio, pur rimanendo all’interno del mondo Rossignol e Lange, sono passati dallo scarpone 110 a quello 130. Il feeling non cambia, grazie alla co-iniezione della tecnologia Dual Core, che lavora sulla progressività delle plastiche. 

©Matteo Agreiter

«Per me è stata fondamentale la fresatura perché avevo male ai mignoli e, passando allo sci 188, ho avuto bisogno di trasmettere più forza» dice Rita Granruaz. Rita studia a Vipiteno e in settimana scia con un allenatore personale, aggregandosi poi allo sci club nel fine settimana e per le gare. «Più che un problema, è uno stimolo, perché mi trovo bene con l’allenatore e c’è un buon coordinamento con la società» aggiunge. Problemi e dettagli dello sci in età scolastica. Perché anche in una provincia privilegiata come l’Alto Adige, gareggiare da teen ager significa opportunità e al tempo stesso inconvenienti. Klaus Stimpfl, proprietario dello Ski Center, ha le idee chiare sull’argomento. «La pandemia ha portato grande interesse nelle categorie di ingresso allo sci agonistico, perché lo sci è uno sport all’aria aperta e perché l’anno scorso era anche uno dei pochi sport che si poteva praticare a livello agonistico, un interesse che non è andato disperso e i cui effetti si sono visti anche in questa stagione, però poi subentra l’esasperazione: troppi allenamenti, troppe gare, troppi sci e in molti si spaventano, o si stancano, e iniziano anche a fare i conti».

©Matteo Agreiter

Anche in una realtà come quella dell’Alta Badia, privilegiata rispetto alla gran parte delle montagne italiane, il problema economico esiste. Ne sa qualcosa Alessandro Bortot, veneto con un passato nel Tirchiana, ma da 17 anni in pianta stabile in Alta Badia e da qualche anno nello staff tecnico dello società diretta da Thomas Valentini, dove è responsabile dei Children, una pattuglia di 25 atleti. «Grazie al lavoro che stiamo facendo e all’Atelier Rossignol Ski Center, abbiamo un ampio parco di sci per la velocità che affittiamo per la stagione a prezzi politici, così abbiamo la garanzia che gli atleti abbiano sempre l’attrezzo della giusta lunghezza, ben preparato, e le famiglie possono risparmiare» dice Alessandro. Allo Ski Team hanno pensato anche a un altro dei problemi dell’agonismo giovanile. Per evitare l’abbandono dopo la categoria Allievi hanno creato il programma Ski Teach che permette di allenarsi con continuità fino partecipare alle selezioni maestri di sci».

 

Alessandro e i suoi ragazzi devono partire per l’Abetone. Il pulmino è parcheggiato appena fuori. All’ingresso dello Ski Center, sulla sinistra, c’è subito il laboratorio di boot fitting, che è tutto un insieme di macchinari, cavi, cacciaviti, avvitatori. La vicinanza delle auto, in bella vista oltre le ampio vetrate, lo fa sembrare il box di un circuito automobilistico. Il reparto lavorazione sci è nel sotterraneo, facilmente raggiungibile. È il regno di Sebastian, ultra- settantenne che vede passare tra le sue mani più di 2.000 sci all’anno, in maggioranza da gara. Lo showroom? È al piano rialzato, bisogna salire qualche gradino, in disparte rispetto al cuore del negozio. Perché lo Ski Center è prima di tutto un pit stop per mettere a punto l’attrezzatura lungo la strada per i ghiacciai di Stubai e Hintertux. Dove le gomme dell’auto di Andrea Odinotte sono passate mille volte. Da oggi però ha un aiuto in più: Sascha Sorio. Istruttore nazionale, ex allenatore della squadra B femminile tedesca, seguirà gli atleti e farà scouting. Un altro dettaglio per trasformare la passione in successo. 

©Matteo Agreiter

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