Eccoci a Sestriere per uno degli ultimi atti della stagione. Ogni volta che sei sul Colle, ogni volta che solchi le nevi della Giovanni Alberto Agnelli, non possono non balzarti alla mente le Olimpiadi di Torino 2006. Ricordo indelebile per chi vive di questi sport, allo stesso tempo tuttavia occasione mancata proprio per il nostro sport, forse per la definitiva consacrazione. Pensi a Sestriere, alla pista a cinque cerchi, rammenti l’inforcata di Giorgione Rocca quando era proprio all’apice della sua carriera e della sua fama. Pensi ancora a quel silenzio che ha ricoperto questo angolo di Val Susa, a una gara finita prematuramente, a una debacle totale. Ma a Sestriere ricordi anche quella mitica squadra di slalom. C’era Alberto Platinetti come skiman e aiuto allenatore, oggi coach del Comitato Alpi Occidentali delle ragazze e uno dei tecnici più riconosciuti nel circo giovani. C’erano Claudio Ravetto, Max Carca, Claudio Manganaro in cabina di regia. C’erano skiman di razza come Luzzo Merlo, Tello Gianera, Gianluca Zanitzer e quel Rainhard Brugger che affilava le lamine proprio a Giorgio. E c’erano atleti di valore e oggi ancora in pista come tecnici: Giancarlo Bergamelli, Edoardo Zardini, Patrick Thaler, Hannes Paul Schmid e altri come Alan Perathoner che hanno intrapreso anche altre strade. C’era anche Manfred Moelgg, l’infinito Manni, oggi superstite di quel mitico team. E Giuliano Razzoli e Luca Moretti come apripista. Pensi a Sestriere e riaffiora quel sapore dolce e amaro che definire bene non sai. Almeno io non so.
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