Senza tregua, senza fine. Ancora un’altra battaglia. Un tumulto di emozioni che si susseguono a ripetizione. Un’olimpiade a fine aprile, anzi a maggio, perché domani sarà ancora guerra visto le precarie condizioni odierne della neve. Giacomo De Marchi, che sembra fra i più in palla dei 39 lottatori (sarà per le cicatrici delle battaglie degli #InossidabiliSenior?) che cercano gloria alla selezione del Master Istruttori di sci alpino, riassume la tensione, l’ansia, le emozioni di questo evento. Non ha chiuso occhio la notte prima degli archi, in partenza prima della prova del corto raggio era quasi in stato confusionale. De Marchi e non solo, tanti hanno sostenuto che l’adrenalina e le paure della selezione Master equivalgono ad una gara. Anzi, di più. Sarà la posta in palio, perchè diventare istuttori, ovvero maestri dei maestri, significa tanto, tantissimo. E’ forse quello che l’agonismo non ti ha dato e tu, guerriero indomabile, ti vuoi riprendere, riacciuffare, fare tuo. Solo il corto raggio, ancora altre tre prove per stilare la classifica finale dei vinti e degli sconfitti. Manca poco al giudizio universale, ma forse tutti hanno vinto. Non solo per essere stati atleti per un giorno grazie al passaggio della prova del gigante, ma anche per continuare a vivere l’attesa della prova finale. Un viaggio di speranze, di dubbi, di entusiasmo, di emozioni. Un viaggio in condivisione a tirarsi, aiutarsi, consolarsi, confrontarsi. Emozioni totali. E forse basta così.
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